Il Natale di un prete di Pamplona che non ha paura del Covid-Erode
domenica 15 novembre 2020
Don Javier Leoz Ventura è un prete serio. Ha quasi sessant'anni ed è il parroco di San Lorenzo a Pamplona (Navarra, Spagna), dove si trova la Cappella di San Firmino. Ha incarichi in diocesi ed è impegnato (senza essere un presenzialista) nelle comunicazioni sociali diocesane, per non dire dei profili personali su Facebook e su Instagram, del sito della parrocchia e della omologa pagina Facebook. È proprio su quest'ultimo canale ( bit.ly/2H038eM ) che ha diffuso, lo scorso 27 ottobre, un bel testo di taglio poetico dal titolo “Non ci sarà Natale?”, evidentemente disegnato sullo sfondo della pandemia da coronavirus. Nel novero delle reazioni ottenute (163 like, 12 commenti e 68 condivisioni), paragonabili alla media su cui viaggia la pagina, non compare quella di Francesco... Ma il testo parrebbe essere ugualmente giunto al Papa e aver riscosso il suo consenso, al punto da fargli telefonare, il 7 novembre, a don Javier: lo ha riferito con emozione lo stesso parroco sui social network, subito ripreso da “Navarra.com” e poi rilanciato da “Aleteia” ( bit.ly/3eXpnP0 ) nelle diverse edizioni linguistiche. Questa telefonata non è diventata popolare; forse a qualcuno è venuto il dubbio che, pur verosimile, non sia vera. Ma se anche don Leoz, e il sito “Navarra.com”, e “Aleteia” e io stesso fossimo rimasti vittime dello scherzo di un capace imitatore, non verrebbe meno la bellezza del testo, che dice tra l'altro: «Non ci sarà il Natale? Certo che ci sarà! Più silenzioso e più profondo, più simile a quando Gesù nacque solo», senza «tante luci sulla terra ma con la stella di Betlemme», e «senza le strade piene di gente, ma con il cuore ardente per Colui che viene». Vivremo il Mistero «senza paura del Covid-Erode, che pretende di toglierci persino il sogno dell'attesa». E condivideremo «la nostra povertà, la nostra prova, il nostro pianto, la nostra angoscia e il nostro essere orfani». Ci sarà Natale perché, in mezzo a tante tenebre, «abbiamo bisogno di una luce divina».
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