Il fascino ipnotico di John Tavener tra spiritualità medievale e new age
domenica 27 luglio 2003
Quella che nasce dalla feconda vena creativa di John Tavener (classe 1944) è musica che sprigiona una forte carica suggestiva: un'aura di spiritualità da cui non rimane esente neppure l'album Darkness into Light (pubblicato da Harmonia Mundi e distribuito da Ducale), interpretato dall'ensemble vocale Anonymous 4 - specializzato nell'esecuzione della cosiddetta musica antica - e dal Chilingirian Quartet, gruppo d'archi inglese che vanta una più che trentennale carriera. Il programma del disco alterna brani tratti dalla Liturgia delle Ore di epoca medievale ad alcune tra le più recenti opere sacre di Tavener, strettamente legate al suo percorso confessionale all'interno della Chiesa Ortodossa; un abbinamento che permette di trovare un punto ideale di contatto tra la sobria essenzialità del gregoriano e la misurata varietà delle creazioni del compositore londinese. Le sue opere sono affidate a un linguaggio musicale in grado di abbinare un seducente fascino ipnotico - è quasi un canto delle sirene il suo Come and do Your will in me - a un'accattivante immediatezza comunicativa, nell'angelico As one who has slept, ma soprattutto nel monumentale The Bridegroom (qui presentato in prima registrazione assoluta): un brano di largo respiro, ispirato alla parabola delle vergini sagge, in cui le perorazioni delle voci femminili dell'Anonymous 4 si alternano con andamento responsoriale agli interventi del quartetto d'archi. Si tratta di un percorso che attraversa quasi mille anni di storia e di arte musicale, investigando forme e repertori tra loro differenti, ma in qualche modo complementari; avvicinando tra loro dimensioni e variabili fondamentali nate dal dualismo che accosta elementi-simbolo come luce e tenebre, cielo e terra, bene e male, anima e corpo, vita e morte. «Un viaggio mistico dal Medioevo all'Età moderna», ammicca il sottotitolo del disco. Una dichiarazione di intenti che non riesce a sottrarsi a un rischio sempre latente: quello che un vago spiritualismo di carattere estetico rischi di diventare sì un cliché di elevato spessore morale, ma rinchiuso all'interno dei labili confini di un'esperienza religiosa puramente emozionale.
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