Il Brabant Ensemble rilancia Pinot sublime compositore del XVI secolo
domenica 15 novembre 2009
Ogni progetto discografico realizzato dal Brabant Ensemble e dal suo direttore Stephen Rice è da prendere in considerazione con particolare attenzione; in primis per l'eccellente qualità tecnica e l'autorevolezza interpretativa ormai raggiunta dal gruppo vocale inglese, ma soprattutto per la pregevole attività di ricerca attraverso cui vengono puntualmente portati alla luce autori e ambiti musicali perlopiù dimenticati.
L'ultimo in ordine di tempo è il compact disc (pubblicato da Hyperion e distribuito da Sound and Music) dedicato alla musica sacra di Dominique Pinot, compositore le cui vicende biografiche sono ancora tutte da ricostruire: nato intorno al 1510 e morto in circostanze oscure prima del 1561, di lui si sa solo che tra gli anni Quaranta e i Cinquanta fu al servizio del duca Guidobaldo II di Urbino.
Alcune importanti testimonianze riguardo all'alta considerazione di cui godette lungo tutto il XVI secolo emergono però dai manuali di storia musicale dell'epoca: in un'ipotetica classifica di merito, il teorico Hermann Finck lo posizionò dietro solo a Gombert, Clemens non Papa e Crecquillon (ma davanti all'illustre Willaert), mentre Domenico Pietro Cerone " nel trattato El Melopeo y Maestro " lo definì «uno dei primi e massimi compositori del tempo», arrivando a sostenere che «se non ci fosse stato Phinot non ci sarebbe stato neppure Palestrina"».
Merito dunque del Brabant Ensemble se l'artista francese approda per la prima volta su disco, grazie a un programma che ne mette a fuoco la produzione liturgica "a cappella" (destinata dunque alle sole voci, senza l'accompagnamento di strumenti); insieme con la Missa "Si bona suscepimus" e un sontuoso adattamento del Magnificat, vi troviamo raccolti sei mottetti di varia destinazione, di cui ben quattro a otto voci. E sono proprio queste pagine che maggiormente disvelano la peculiarità stilistica, la profonda ispirazione e la bellezza adamantina dell'opera sacra di Pinot: doti che risaltano in particolar modo nel sentimento di serena pacificazione che caratterizza il brano eucaristico O sacrum convivium o nella drammatica tensione narrativa che accompagna l'Incipit oratio Jeremiae prophetae, tradizionalmente intonato durante gli uffici notturni della Settimana Santa.
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