Il 2015 del falso cibo Made in Italy: sequestri per 81 milioni di euro
domenica 3 gennaio 2016
L'agroalimentare nazionale non solo è probabilmente il comparto economico che più di altri ci viene invidiato nel mondo, ma è certamente pure ai primi posti in quanto a salubrità, qualità e controlli. All'inizio del 2016 – oltre a tutto quanto produttori e industrie di trasformazione fanno ogni giorno per produrre sempre di più e meglio –, è forse questo il dato forte dal quale partire. L'agricoltura e l'agroindustria italiane producono bene ma sono anche sottoposte ad una rete di sorveglianza qualitativa di tutto rispetto. Altra garanzia, oltre alla capacità produttiva, per i consumatori oltre che per il buon nome dell'agroalimentare nazionale.A tirare le somme su quanto fatto nel 2015, è stato il Ministero delle Politiche Agricole che ha messo insieme i dati di quanto fatto dai 4 organismi di controllo: Ispettorato repressione frodi (Icqrf), Nuclei Antifrodi Carabinieri/Comando Carabinieri politiche agricole e alimentari (Nac), Corpo forestale dello Stato e Capitanerie di Porto-Guardia Costiera. Nel corso dell'anno che si è appena chiuso, quindi, sono stati effettuati oltre 107mila controlli per un valore complessivo di 81 milioni di euro di sequestri nell'agroalimentare italiano. Sono state inoltre emesse più di 10mila sanzioni e oltre 1.700 persone sono state segnalate all'Autorità giudiziaria. Numeri di tutto rispetto che derivano dall'impegno di un apparato di sicurezza e indagine come pochi, oltre che da strumenti speciali come, per esempio, il Registro unico dei controlli, fondamentale per evitare la duplicazione delle verifiche nelle aziende e rendere più efficiente il lavoro degli organismi, che ha portato nel 2015 ad effettuare oltre 2.700 diffide. Di pari passo alle indagini interne, è andato avanti anche il lavoro di tutela dei nostri prodotti nel mondo. Con la tutela "ex officio" delle Dop e Igp comunitarie – spiega una nota del Ministero –, sono stati esaminati 102 casi che hanno permesso di far togliere dagli scaffali in molti Paesi d'Europa falsi prosciutti, formaggi, oli extra vergini di oliva, vini e aceti a denominazione. Di grande rilievo anche l'attività di contrasto al falso Made in Italy sul web che hanno portato, grazie alle collaborazioni avviate con i maggiori attori mondiali dell'e-commerce come eBay e Alibaba, a circa 400 segnalazioni. Addirittura nei giorni di Natale e fine anno, l'attività non si è fermata ma si è intensificata.Numeri e fatti che hanno un duplice ruolo: garantire il consumo sicuro e tutelare il buon nome dei nostri prodotti, ma anche fornire una base di serie che possa sostenere il settore di fronte alla concorrenza nel mondo (anche e soprattutto quella sleale).
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