I vizi impoetici di Tonali e la poesia di Vecchioni
domenica 31 marzo 2024
«Sogna ragazzo sogna», canta Roberto Vecchioni. Ma come fa un giovane a sognare davanti a un calcio ancora ostaggio della follia razzista? Quella follia subita e denunciata dal brasiliano del Real Madrid Vinicius e quella che “non avrebbe subito” , e che non si può neanche denunciare (causa prova tv assente e quindi assenza di prove) il difensore del Napoli Juan Jesus. Lo “0-0” con cui è stato archiviato il caso Acerbi-Juan Jesus,
più che fare giurisprudenza fa pensare a una giustizia sportiva sommaria, che agisce in modalità ultraveloce e soprattutto senza che gli vengano messi a disposizione quegli strumenti tecnologici che invece ormai hanno invaso il campo di gioco e anche le stanze dei calciatori.
Il ct Luciano Spalletti continua a sferzare le coscienze dei suoi azzurri sul fatto che passano troppe ore, specie quelle notturne, in balia della playstation. Una dipendenza letale per milioni di adolescenti e di giovani fin troppo cresciuti per sprecare il proprio tempo davanti a uno schermo. Tempo, talento e denaro a fiumi, è quello che ha sperperato il 23enne Sandro Tonali dietro alle scommesse illecite on-line.
L’ex azzurro del Newcastle sta scontando i 10 mesi di condanna inferti dalla nostra giustizia sportiva, quando dall’Inghilterra arriva la notizia che il lupo dell’azzardo che è in lui non ha mai perso il vizio. Tonali, come fece a suo tempo con la Figc si è autodenunciato alla federazione britannica ammettendo di aver scommesso «altre 50 volte tra agosto e ottobre 2023».
Non è neanche un record per la Premier: Toney, un suo collega del Brentford, ha fatto 232 scommesse in quattro anni e la giustizia sportiva di sua Maestà lo ha punito con soli 8 mesi di stop. In attesa di conoscere l’ennesima condanna che verrà inflitta a Tonali, il calcio moderno insegna che ormai i calciatori devono andare in campo con gli avvocati o chiedere l’intervento della polizia. Come è accaduto in Francia: i dilettanti del Roubaix rimasti in 9 per via di due espulsioni, sentendosi vittime di un arbitro non “lucido” hanno chiesto l’intervento della Gendarmerie per sottoporre il direttore di gara all’alcol test. Beh, «incredibile amici», direbbe Josè Altafini: i poliziotti francesi sono intervenuti sul serio, la partita è stata sospesa e hanno sottoposto al test il povero arbitro. Per fortuna, il signor Malaussène dei fischietti francesi al test è risultato negativo, perciò ai suoi accusatori ora consigliamo di farsi una bella pedalata riparatoria, nella tratta opposta alla loro storica gara ciclistica, da Roubaix fino a Parigi. Il calcio vissuto così, fa male, e perde anche quel minimo di poesia, che per fortuna ritrovo nelle canzoni e gli aneddoti di Roberto Vecchioni. Interista scanzonato, quando insegnava latino e greco nei licei ha raccontato che aveva un rituale: «Se l’Inter vinceva, il lunedì non interrogavo. Era un modo subdolo per far tifare Inter ai miei studenti». Anche fossero diventati tutti milanisti gli studenti del Prof. Vecchioni, il bello del calcio è anche questo. «Sogna ragazzo sogna». © riproduzione riservata
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