I social dei credenti? Tanti esperimenti, non tutti riusciti
venerdì 18 agosto 2017
Avete mai pensato a cosa accadrebbe se qualcuno inventasse un social network dei credenti? Quello che forse non sapete è che ne esistono già parecchi. Nella sola America i cristiani ne hanno lanciati diversi. C'è Faithlife, lanciato dalla casa di produzione del software Logos dedicato alla Bibbia. Si possono costruire gruppi di discussione, allacciare amicizie e confrontarsi. Proprio come in My.cbn e Faith Book. Se Christian Faithbook ha solo 1.300 iscritti, Mypraize dice di averne quasi 200mila. Il più utilizzato sembra essere Cross.tv, «il social network con la più grande varietà di materiale audio e video cristiano».
E nel resto del mondo? In Africa il primo nato è stato Prayerbox, un social network per promuovere il dialogo religioso, su cui si potevano postare preghiere e versetti biblici, raccontare la propria testimonianza ed esprimere il proprio apprezzamento per quanto si leggeva scrivendo "Amen", al posto del classico "Mi piace". Creata dal programmatore nigeriano Adebambo Oyekan Oyelajae, due anni fa aveva 100mila iscritti e 500mila preghiere condivise. Se oggi provate a digitare il suo indirizzo web, prayerbox.co, vi trovate davanti una pagina vuota. Stessa sorte per l'indirizzo alternativo ourprayerbox.com. Tutto chiuso. Su Google non si trova alcuna notizia sui motivi della chiusura. Né la data. Ho provato a contattare via Facebook il fondatore, ma non ho ricevuto risposta.
Il social LoveRealm, fondato in Ghana, si è dato un obiettivo ancora più alto: connettere milioni di cristiani di tutto il mondo. Numeri non ne dà. Ma il fondatore, il medico Yaw Ansong Jr, sulla sua pagina Facebook pubblica post entusiasti.
Appena diventi un membro del social, ti viene assegnata una sorta di guida-angelo che è pronta a consigliarti per il meglio. In alto ci sono gli hashtag con i temi più importanti trattati in LoveRealm. Basta però un clic per scoprire che le interazioni sono scarse e molti contenuti sono datati. Segno che la vitalità della piattaforma non è così elevata.
Torniamo in America. Ha compiuto dieci anni in questi giorni Line For Heaven, dedicato «a persone che vogliono andare in Paradiso». Un po' social un po' gioco collettivo, permette agli iscritti di parlare di qualunque religione, ma l'obiettivo principale è un altro: «salvarsi l'anima e prenotare un posto in "cielo" guadagnando punti Karma». Più punti karma accumuli e più ti «guadagni la possibilità di avvicinarti a "Dio"». Come? Confessando peccati e ricevendo il perdono della comunità social, promuovendo cause benefiche, aiutando gli altri iscritti e così via. «Qualunque sia la fede, l'importante è fare buone azioni».
Non è finita. «Ogni domenica ("Giorno del giudizio") alle 19, finisce il mondo e la persona con più punti karma diventerà un angelo e andrà a un passo da Dio». Sono benvenuti tra gli iscritti anche gli animali domestici «perché tutti i cani e i gatti vanno in paradiso». Mentre fai fatica e elaborare questa serie di informazioni, per così dire, "curiose", scopri che esiste anche un'area marketing dove le aziende sono invitate a investire 100 dollari per pubblicare dei messaggi "tentazione". Cose folli del tipo: «domenica, invece di andare a Messa, vieni al cinema a vedere il film XYZ». Lo slogan del social è «la religione può essere divertente», ma dopo averlo visitato più che di gioia sei ricolmo di dubbi. Ti torna il sorriso quando scopri che , in dieci anni, ha raccolto solo 3.553 iscritti. E molti non postano niente da tempo.
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