Gogglebox, il format della Tv che ti guarda
martedì 25 ottobre 2016
Dopo la tv che parla della tv arriva anche la tv che guarda la tv, o più precisamente guarda quelli che guardano la tv. È un esperimento, sia pure non originale. Da noi va in onda su Italia 1 da domenica scorsa in tarda serata. S'intitola Gogglebox, che tradotto vuol dire grosso modo “guardare con gli occhi sbarrati la tv”. Si tratta di un format inglese che nella versione italiana è prodotto da “Stand By Me” in esclusiva per Mediaset. Per il momento sono previste sei puntate con telecamere in dodici case per “spiare” famiglie (una proveniente anche dal Congo), amici (anche due preti: don Mario e don Donato), fratelli, colleghi, nonna e nipote e una coppia gay (ormai immancabile), tutti riuniti davanti al piccolo schermo per guardare e commentare i programmi mangiucchiando e bevendo. Ma il primo problema sta proprio nelle improbabili ambientazioni casalinghe e soprattutto nei commenti, molto poco naturali, trattenuti, anche nel linguaggio, ben sapendo di essere registrati. Insomma, tutti recitano alla meglio la loro parte senza acuti. Le mamme sono truccate e agghindate a dovere. I figli sono perbenino. Tutti hanno poco a che fare con chi la sera si sbraca sul divano di fronte alla tv. Chissà cosa succederebbe con una telecamera e un microfono nascosti? Ma qui non interessa. Quello che conta è creare dei possibili personaggi. «Guarda chi guarda» punta a raccontare una storia, quella di coloro che guardano la tv. Non è un caso che a un certo punto si raccontino realmente le loro di storie: chi sono, cosa fanno. Anche i programmi che vedono (Il Grande fratello vip, il dibattito Clinton-Trump, Undressed, L'esorcista, Body bizzarre, Le iene, Braccialetti rossi, Amore criminale, Bring the noise) dovrebbero provocare una reazione tale da fare spettacolo. Invece è una reazione fiacca. Per cui non sembra una grande trovata questo “fixed show”, come viene definito. Se non per far vedere l'impreparazione di un pubblico, se realmente il campione fosse rappresentativo, incapace di distinguere tra realtà e rappresentazione. Il caso più clamoroso sono i commenti di quasi tutti di fronte al filmato di Amore criminale che ricostruisce un femminicidio. Ma non credo sia questo lo scopo. Allora, resta ben poco. E tirarla avanti per altre cinque puntate diventa dura, se non cambia qualcosa in corso d'opera.
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