Giacobbo va sempre libero e oltre i confini
mercoledì 15 febbraio 2023
Dove sta la bravura televisiva di Roberto Giacobbo? Nel saper «vendere» il proprio prodotto. Che ti porti nella tomba di Tutankhamon in Egitto o al Museo del violino di Cremona, sulla collina di Superga o lungo il Caminito del Rey in Andalusia è la stessa cosa, o meglio: il sensazionalismo che mette nel racconto è lo stesso. Ne abbiamo avuto ulteriore prova lunedì con l’avvio in prima serata su Italia 1 della sesta stagione del suo Freedom - Oltre il confine. È dal 1999 che il viaggiatore, narratore e conduttore accompagna con i suoi reportage i telespettatori in giro per il mondo. Partito da Telemontecarlo con Stargate - Linea di confine è poi passato nel 2003 a Rai 2 con Voyager - Ai confini della conoscenza per approdare, infine, a Mediaset nel 2018, dapprima su Rete 4 e poi su Italia 1 con Freedom, appunto, che mantiene, nel sottotitolo il concetto a lui caro di «Oltre il confine». In effetti i suoi programmi sono a volte al limite della scienza, ma anche al limite del credibile. Ciò non toglie che riesca, come detto, ad appassionare il telespettatore, che dovrebbe essere in grado di fare la tara quando necessario o di lasciarsi andare se lo merita. In ogni caso Giacobbo più che divulgazione fa spettacolo e in questa stagione offre allo scopo un punto di vista in più, parallelo al racconto, quello della folta troupe che lo segue passo passo come i pulcini dietro la chioccia. Il primo è il mitico Omar, l’operatore a cui fa sempre riferimento in una sorta di gioco delle parti («Attento allo scalino, Omar»; «Abbassa la testa, Omar»…). È così che lunedì ha potuto riproporre anche il Caminito del Rey, «il cammino più pericoloso al mondo» (ma prima che fosse ristrutturato), già proposto in Voyager nel 2017, giocando questa volta sulle vertigini di alcuni dei componenti la troupe. © riproduzione riservata
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