All’inizio della pandemia qualcuno tirò fuori l’ipotesi del castigo divino. Roba ovviamente assurda, ma soprattutto dal sapore antico. Non a caso anche l’ira funesta di Achille, nell’Iliade, ha a che fare con la pestilenza scatenata dal dio Apollo. Eppure, proprio il figlio di Apollo, Asclepio o Esculapio che dir si voglia, sarebbe diventato il dio delle guarigioni, a conferma che i primi medici furono le divinità con tutto quello che di poco scientifico ne sarebbe conseguito. Lo racconta l’antichista Laura Pepe, dell’Università di Milano, nei tre speciali dal titolo Pozioni, incantesimi, farmaci - La medicina nel mondo antico, in onda per tre lunedì (2, 9 e 16 gennaio) su Focus (canale 35 del digitale terrestre), che ci portano nell’antichità romana e non solo alla scoperta delle conoscenze mediche dei tempi che furono, quando la medicina s’intrecciava non solo con la religione, ma anche con le credenze popolari e la pratica erboristica. Si tratta di un viaggio che, grazie alle fonti storiche e alle scienze forensi applicate agli scheletri di età romana, aiuta anche a capire quali fossero le principali malattie che colpivano gli uomini e le donne dell’epoca e che in molti casi portavano alla morte. Al tempo stesso rende possibile ricavare notizie sullo stato di salute, sull’alimentazione e sulle pratiche con cui gli antichi provvedevano al proprio benessere psicofisico. Il tema è dunque interessante, anche perché poco indagato, almeno in televisione, ma il racconto di Laura Pepe, che non sempre appare perfettamente a suo agio, è forse un po’ troppo frammentato, nel senso che i suoi interventi, su indicazione ovviamente degli autori, sono molto brevi e continuamente intercalati da immagini. E se questo garantisce il ritmo, non sempre aiuta la comprensione del telespettatore.
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