“Elementary”, Holmes diventa postmoderno
martedì 7 agosto 2018
«Elementare, Watson«. Sherlock Holmes lo ripete sempre al suo assistente, almeno nei film e in tv. Peccato che non l'abbia mai detto nei romanzi dello scrittore inglese sir Arthur Conan Doyle, che ha dato vita al celebre investigatore privato pronto ogni volta a dare scacco a Scotland Yard nella soluzione dei misteri di Londra. Insomma, quella frase è apocrifa. Ma per l'immaginario collettivo Holmes non ne può fare a meno. Addirittura dà il titolo all'ultima serie dedicata alla creatura di Conan Doyle: Elementary, di cui il venerdì su Rai 2 sta andando in onda la sesta stagione. E pensare che in questo caso Holmes (interpretato da Jonny Lee Miller) fa a meno di tutto: dal famoso cappello da caccia (il deerstalker) alla tipica pipa ricurva a forma di proboscide. Ma soprattutto John H. Watson non è più il medico che Holmes liquidava con la famosa frase facendolo sentire inadeguato. In questa versione statunitense prodotta dalla Cbs con la regia di Rob Doherty, Watson è un'affascinante donna di origini asiatiche interpretata da Lucy Liu. Ma se questa è la rilettura in chiave moderna più azzardata, non mancano altre novità. Innanzitutto l'ambientazione. Addio alla capitale britannica. Dopo essere uscito da una clinica per disintossicarsi dall'alcol e dalle droghe, Sherlock Holmes si stabilisce negli Stati Uniti, a New York, dove accetta di collaborare con la polizia affiancato, inizialmente suo malgrado, dalla sua terapista di riabilitazione, la Watson appunto, che diventa così sua assistente investigativa. E se Holmes non ha più la mantellina e nemmeno il papillon, ma una camicia senza cravatta con il collo sempre abbottonato, Watson in versione femminile conserva giacca e cravatta abbinandole, però, ai tacchi a spillo. Siamo, insomma, agli antipodi dallo Sherlock Holmes interpretato in tv da Nando Gazzolo e Gianni Bonagura con la regia di Guglielmo Morandi nel lontano 1968. Sono passati cinquant'anni. Il mezzo secolo si avverte tutto. L'Holmes attuale, all'inizio di questa sesta stagione, scopre addirittura di essere affetto da una particolare sindrome che lo costringe a bagni in acqua salata all'interno di un sarcofago di metallo. Ma anche così il popolare detective mantiene un suo fascino televisivo grazie ai tratti essenziali segnati per sempre dal suo autore sulla carta.
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