Donne che parlano di vecchiaia con lingua di fede, speranza, carità
domenica 22 febbraio 2015
La preoccupazione per la crisi libica e in genere per l'affermarsi, sotto la dizione "califfato", del binomio islam-violenza resiste in cima agli interessi della Rete di informazione ecclesiale nella quale mi addentro quotidianamente, ma scende in questi ultimi giorni dal 30 al 20%, incalzata dal "Papa quotidiano".Che tra molte altre cose trova anche modo, da Casa Santa Marta, di richiamare il "peccato gravissimo" di chi fa ingiustizia con i propri dipendenti (pagamenti "in nero" e simili). L'affermazione di Francesco incendia "Vatican Insider", dove si registra su quella notizia un gran picco di "popolarità", ma non altrettanto gli altri siti e blog né, tantomeno, le fonti laiche, digitali e cartacee, dove non vedo che qualche "colonnino". Tra le altre larghe maglie che ho attraversato, mi sono lasciato volentieri impigliare in due nodi, dedicati a leggere nella fede quelle che tanti chiamano "terza" e "quarta" età, e che possiamo pacificamente riunificare nel termine "vecchiaia". Sono dovuti a due blogger sui generis: Innocenza Laguri, presenza "non strutturata" nella squadra de "Il blog di Costanza Miriano", e Paola Springhetti, parte del vivace gruppo del neonato "ChiCercate".Springhetti ( http://tinyurl.com/noqbg4e ) racconta in chiave di "deserto" spirituale ed esistenziale (siamo in Quaresima) la storia di Rina, e stupisce per il fatto che sembra proprio parli di quella nostra parente o vicina di casa o conoscente, e implicitamente della nostra poca o tanta impotenza ad alleviare la sua condizione.Laguri ( http://tinyurl.com/lu64zbs), avendo presente "sagge fonti" come Romano Guardini, parla di sé, del suo recente apprendistato di nonna e di quanta ricchezza spirituale, se vecchi, si può ricevere dai bambini, purché si sia disposti a lasciarsi ancora sorprendere da loro. Due belle pagine, se ci si prende il breve tempo per leggerle. Mi metto avanti (l'8 marzo è vicino, e anche mia moglie) e dico: non mi stupisce che siano scritte da donne.), avendo presente "sagge fonti" come Romano Guardini, parla di sé, del suo recente apprendistato di nonna e di quanta ricchezza spirituale, se vecchi, si può ricevere dai bambini, purché si sia disposti a lasciarsi ancora sorprendere da loro. Due belle pagine, se ci si prende il breve tempo per leggerle. Mi metto avanti (l'8 marzo è vicino, e anche mia moglie) e dico: non mi stupisce che siano scritte da donne.
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