Don Milani rivive in due documentari
martedì 28 giugno 2022
Il 26 giugno 1967, a soli 44 anni, don Lorenzo Milani moriva nella casa della madre a Firenze. La malattia l'aveva costretto a lasciare Barbiana per essere meglio assistito nelle ultime ore di vita. Nella sperduta località sul Monte Giovi, in Mugello, c'era arrivato 13 anni prima, nel 1954, creando la famosa scuola che avrebbe rivoluzionato la didattica. Al 55° anniversario della morte ha dato spazio Rai Storia tra sabato e domenica riproponendo due interessanti documentari (recuperabili su RaiPlay): Lettere da Barbiana, di Alessandra Viola e Rosalba Vitellaro, e Don Lorenzo Milani: il peso della libertà, di Simona Fasulo con la regia di Nicoletta Nesler. Il primo ha il merito di raccontare come quel modello di scuola sia ancora esportabile. Le autrici lo dimostrano facendo parlare gli studenti di Rondine, la Cittadella della pace nei pressi di Arezzo, fondata da Franco Vaccari, che ispirandosi a Barbiana ha realizzato una scuola di vita, di passione civile e di convivenza tra giovani provenienti da culture e religioni diverse e da Paesi in guerra. Il secondo lavoro, oltre le significative testimonianze degli ex ragazzi di Barbiana, si distingue per alcune perle tra le quali un'intervista a don Raffaele Bensi, la guida spirituale di don Milani, ma anche di tanti altri preti fiorentini e di laici come Giorgio La Pira. Con il suo parlare schietto e spontaneo, al di là dell'affetto per il discepolo, don Bensi sottolinea la puntigliosità e il carattere tutt'altro che accomodante di don Milani, ma anche la sua fedeltà alla Chiesa e all'essere prete in tutto e per tutto seguendo un'unica regola: l'amore. «Ho voluto più bene a voi che a Dio - dirà ai suoi ragazzi in punto di morte -, ma ho speranza che Lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto».
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