Dire «amore» in tv, la banalità al potere
giovedì 2 dicembre 2021
Ormai un po' tutti, non solo i fidanzati e i coniugi tra loro o i genitori nei confronti dei figli, anziché per nome, tendono a chiamarsi “Amore”. In tv, ad esempio, ci sono personaggi come Cristiano Malgioglio e Mara Venier, per citarne due, che lo ripetono in modo stucchevole. L'appellativo “Amore” non si nega a nessuno, nemmeno ai cani. «Che c'è di male?», domanderà qualcuno. C'è, eccome: dietro l'uso improprio della parola c'è la svalutazione del sentimento motore della vita, c'è un modo fasullo di intendere l'amore di cui la tv si fa portavoce, producendo mentalità, con una miriade di programmi: Matrimonio a prima vista, Take me out, Primo appuntamento, Uomini e donne, Temptation Island e chi più ne ha, più ne metta (un nostro lettore, proprio ieri, citava Alta infedeltà). E come se non bastasse, martedì in prima serata su Real Time (canale 31 del digitale terrestre), se n'è aggiunto un altro: C'era una volta l'amore, condotto da Michela Giraud (attrice comica fuori posto) con in studio una coppia in crisi (già visto qualcosa di simile in Amore e altri rimedi). Generalmente i due si rinfacciano tante di quelle cose che viene da dire: «Che ci stanno a fare insieme?». Poi ci ricordiamo che siamo davanti alla tv e che i due ripresi dalle telecamere, che fanno gola a tutti per un minimo di notorietà, recitano più o meno a soggetto. Al pari dello psicologo e della psicoterapeuta cognitivo-comportamentale di turno, che devono valutare la situazione. Al di là dell'ipocrisia e della falsità (che sono presenti nonostante la conduttrice dica l'esatto contrario), dietro le parole dei due rispunta spesso l'idea sbagliata dell'amore, perché se l'amore fosse vero farebbe amare anche i difetti dell'altro o dell'altra e mai li farebbe spiattellare sulla pubblica piazza mediatica.
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