Dieci milioni per rilanciare la coltivazione degli agrumi
domenica 24 febbraio 2019
Dieci milioni per rilanciare l'agrumicoltura italiana. Buona notizia in un periodo nel quale l'agricoltura pare essere più alla ribalta delle cronache per i problemi degli allevamenti sardi oppure per quelli dell'olio di oliva. Certo, l'avvio del Fondo nazionale agrumicolo, sancito qualche giorno fa dall'approvazione in Conferenza Stato Regioni dello schema di decreto, non risolverà tutti gli affanni degli agrumicoltori, ma è certamente un buon passo in avanti. Nel dettaglio, si tratta di 6 milioni a disposizione quest'anno e di 4 milioni pronti nel 2020. Ciò che conta di più, poi, è che le modalità di spesa dovrebbero essere il frutto di un lavoro di concertazione fra istituzioni e rappresentanti dei produttori, tutti riuniti attorno al "tavolo agrumicolo" dello scorso novembre. L'importo totale dello stanziamento sarà quindi distribuito lungo tre assi d'azione. Circa 8 milioni di euro saranno utilizzati per la concessione di contributi per il sostegno al ricambio varietale delle aziende agrumicole danneggiate dal virus della Tristeza e dal Mal secco (le due malattie principali di queste piante che hanno creato più di un problema per i produttori). Altri 1,5 milioni di euro serviranno per il finanziamento di campagne di comunicazione istituzionale e promozione rivolte ai consumatori per sostenere la competitività e la qualità del settore agrumicolo. Circa 0,5 milioni saranno invece usati per la concessione di contributi per la conoscenza, salvaguardia e sviluppo dei prodotti agrumicoli DOP/IGP. Occorrerà adesso vedere se le modalità operative di erogazione e di utilizzazione degli stanziamenti saranno davvero efficaci per il comparto. Ma quanto meno si parte con il piede giusto. Cosa buona, come si è detto, soprattutto se si guarda non solo ai mali di mercato del comparto, ma anche a quanto sta accadendo sempre di più all'agricoltura italiana e cioè all'impoverimento dell'assortimento varietale delle nostre coltivazioni. Ha fatto bene Coldiretti ha lanciare l'ennesimo allarme sul tema. In Italia, infatti, sarebbero scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro nell'ultimo secolo anche, dicono i coltivatori, "per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell'offerta". A conti fatti, nel nostro Paese, nel secolo scorso si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa, ma la perdita di biodiversità riguarda l'intero sistema agricolo, dagli ortaggi ai cereali, dagli ulivi fino ai vigneti.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: