Del Debbio, il trash al servizio dei politici
sabato 30 settembre 2023
Paolo Del Debbio ha raddoppiato. Il suo Dritto e rovescio va ora in onda due volte la settimana: la domenica e il giovedì in prima serata su Rete 4. Così facendo raddoppiano anche gli squallidi battibecchi tra gli ospiti. Domenica scorsa con «Il caso Bandecchi», il sindaco di Terni, il primo cittadino più discusso d’Italia, pensavamo di aver visto il peggio, ma l’altro ieri, con «Lo spot della pesca diventa un caso politico», il livello del dibattito (se così si può ancora chiamare) è sprofondato. Ma lui, Del Debbio, se ne lava le mani, anche perché sa di non giocare pulito. Dopo un po’ di urli e di insulti tra i giornalisti Maurizio Belpietro («La verità») e Giuseppe Cruciani («Radio 24») da una parte e i politici Giuliano Granato (Potere al popolo) e Diana De Marchi (Pd) dall’altra, il conduttore ha definito il dibattito «una cagata totale» scusandosi con il pubblico. Quando è evidente che ospiti fissi come gli stessi Belpietro e Cruciani sono chiamati in scena a recitare un ruolo che la regia del talk show coglie già a partire dalle loro espressioni quando parlano gli altri nei rari casi in cui li fanno parlare. Nella trappola ovviamente cascano in molti, anche perché nel confronto tra giornalisti televisivamente navigati (nel senso che passano più tempo di fronte alle telecamere che nelle loro redazioni per una presenza inversamente proporzionale alla diffusione dei loro giornali) è difficile spuntarla. E Del Debbio che fa? Fa il finto moderato, l’imparziale, quello che «non c’entra un tubo», come dice lui con un’altra espressione non proprio signorile, al pari del sostantivo «minchiate» che ha contraddistinto l’eloquio del sindaco di Terni e di Cruciani. Però il ministro Matteo Salvini, spesso ospite di Dritto e rovescio, entrando in scena domenica scorsa ha detto che «Del Debbio è un qualcosa di diverso rispetto agli altri». Forse è vero, basta mettersi d’accordo sul diverso da cosa. © riproduzione riservata
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