Dagli spirituals del Nord America l'accorato appello dei popoli a Dio
domenica 23 aprile 2006
«Per quanto possa tornare indietro nella mia memoria, non esiste ricordo che non contempli il canto degli spirituals; una musica che per me incarna un autentico stile di vita, una "road map" per l'esistenza'». Nelle note di copertina del cd Shall We Gather (pubblicato da Albany e distribuito da Milano Dischi), il direttore William Appling ha individuato così il nucleo germinale di un progetto discografico che, spingendosi ben oltre i confini della semplice raccolta di musiche sacre, si impegna a ricostruire le coordinate spazio-temporali di un vero e proprio spaccato di storia sociale, culturale e religiosa, rivolgendosi direttamente alle più profonde e genuine radici spirituali delle terre del Nord America.In un volo libero su oltre duecento anni di tradizione musicale, sia scritta che orale, ognuno dei brani qui riuniti ' rigorosamente "a cappella" (solo voci, senza strumenti) ' ha il dono inequivocabile di rievocare, con semplici note e poche parole, un intero universo ricco di suggestioni poetiche, attraversato da un senso di spensieratezza, serenità e gioia incontaminate, ma soprattutto da un insopprimibile anelito alla libertà che riesce a superare qualsiasi differenza etnica e barriera confessionale; testimonianza viva di una civiltà in cui la musica ha sempre ricoperto un ruolo fondante nel perseguire quegli ideali di indipendenza, uguaglianza e giustizia che, attingendo a citazioni e a riferimenti biblici, rappresentano la sorgente a cui si è alimentato l'esclusivo e originale patrimonio di spirituals, inni e gospel.La compagine corale degli William Appling Singers si muove con padronanza estrema e consumata esperienza tra i tasselli policromi di un repertorio estremamente vario e composito, caratterizzato da una forte vena improvvisativa e da un'evidente esuberanza ritmica, in cui si rispecchiano la semplicità d'animo e la consapevolezza religiosa di un popolo che ha sempre cercato il proprio senso di identità, di appartenenza e di comunione nella preghiera, nella domanda e nel ringraziamento attraverso il canto rivolto a Dio onnipotente. Perché, come ha ricordato il grande Louis Armstrong, «cosa credete che fossero gli spirituals, i blues e tutto il resto se non il nostro inno, la nostra lode al Signore?».
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