Da don Camillo a don Evandro: fede e mito, Tv e Facebook
venerdì 21 novembre 2014
Potenza di un mito, quello di don Camillo. Che grazie alla concretissima preoccupazione per il Po, ancora una volta minaccioso nella bassa reggiana, rivive in Rete e non di meno sulla carta stampata in un'iniziativa del vero, attuale parroco di Brescello, che si chiama Evandro Gherardi e che va in processione col crocifisso, per fermare la piena, là dove l'Enza si getta nel Po, come il suo predecessore letterario nei racconti di Guareschi e poi nei film con Fernandel.Non è, naturalmente, il cattolink più cliccato degli ultimi giorni: mi ci hanno portato il 4%, delle pagine che ho visitato, contro il 28% di quelli diretti verso atti e parole del "Francesco feriale" e contro l'11%, a pari merito, per il sempre vivace "intersinodo" e per la strage nella sinagoga a Gerusalemme. Ma credo meriti uno sguardo un po' più approfondito. Intanto c'è il profilo, inevitabilmente poco guareschiano, dell'ottimo don Evandro, quasi sessant'anni, famiglia anticlericale, vocazione adulta. E dico "profilo" non a caso, visto che il presbitero ha una bella pagina Facebook (http://tinyurl.com/qfyshr8), attiva, se ben capisco, dall'inizio del suo ministero a Brescello. Forte di 1.747 amici e nutrita con moderazione – fino a qualche giorno fa – di sane passioni di provincia e di un paio di precedenti interviste come "successore di don Camillo".E poi c'è un cortocircuito. Un gesto della devozione rurale tradizionale – una processione per impetrare da Dio la grazia di non soccombere alla furia dei "suoi" elementi – che deve la sua persistente popolarità a un medium – il cinema, più che il libro – che l'ha raccontato e a un altro – la televisione – che l'ha letteralmente "immortalato". Ora l'atto di pietà popolare ritorna, ma reso più sentito e addirittura condiviso dall'opinione pubblica nazionale proprio perché "citazione" di quello di finzione. Diavolo di una tv…
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