Crime, doc sulle sette troppo da reality
martedì 20 novembre 2018
«L'unica cosa che vi dico: “Fate attenzione”». Romy Maple, una signora della Florida, ha fatto parte per 40 anni dei Testimoni di Geova. Adesso ne è uscita grazie soprattutto alle telecamere. Il fatto di aver deciso di raccontare pubblicamente gli abusi subiti dai 4 ai 13 anni di età l'ha spinta a consegnare la lettera di dissociazione che tante volta aveva provato a scrivere senza riuscirci: «Lasciare una setta – ammette – è una delle cose più difficili che si possono fare». In effetti, la persona che si dissocia dai Testimoni di Geova è come se fosse morta. Gli altri, anche i parenti, la devono considerare tale. Alla fine Romy ha consegnato la lettera accompagnata dagli autori del documentario La mia vita in una setta andato in onda domenica alle 21.05 su Crime+Investigation, il canale 119 di Sky che per tutta la settimana, fino a sabato, dedica parte della programmazione al lato oscuro di alcune organizzazioni religiose americane proprio per capire il confine tra religione e setta. La stessa cosa (con il titolo Twisted Faith - Culti pericolosi) la stanno facendo i canali gemelli in tutto il mondo. Nella versione italiana non mancano riferimenti, con brevi interventi del giornalista Giuseppe Borello, a casi nostrani come quelli della comunità del Forteto, di Mamma Ebe e delle Bestie di Satana. Tornando a La mia vita in una setta, si può dire che l'intento è positivo (mettere in guardia, come afferma la protagonista), ma la realizzazione lascia a desiderare, soprattutto nella versione italiana penalizzata dal solito doppiaggio recitato. Il problema è che siamo di fronte a un reality più che a un documentario, tanto che la testimone cambia più volte d'abito e persino pettinatura. Le situazioni, come la scrittura della lettera, vengono ricostruite con una sorta di messa in scena. Mentre le cose più importanti sono affidate alle poco televisive didascalie. È da quelle che apprendiamo che i Testimoni di Geova sono nati come gruppi di studio della Bibbia nel 1870 a Pittsburg, in Pennsylvania, che oggi sono oltre 8 milioni in tutto il mondo, che hanno una leadership elitaria e maschile (il “Corpo direttivo”) a cui gli adepti devono obbedienza assoluta in attesa dell'Armageddon, la fine del mondo. Ma soprattutto apprendiamo che spesso insabbiano i casi di pedofilia avvenuti al proprio interno.
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