Così Netflix e Disney+ preparano il loro futuro
venerdì 25 giugno 2021
Da quando esistono piattaforme video digitali come Netflix, Prime Video, Disney+ e Apple TV il nostro modo di consumare televisione è profondamente cambiato. Abbiamo scoperto che la cosiddetta “tv di flusso”, quella cioè che ci offre programmi a orari prestabiliti come fanno i canali Rai o Mediaset, ci sta sempre più stretta. Ormai, se ci appassioniamo a una serie tv non sopportiamo più l'idea di vederne una puntata a settimana. La vogliamo vedere tutta e subito. Secondo uno studio di Harris Interactive, oltre la metà degli utenti di Netflix guarda abitualmente dai due ai sei episodi di una serie tv. Accanto al cosiddetto binge watching sta crescendo il fenomeno di coloro che consumano una intera serie nell'arco di 24 ore, dando vita a lunghe maratone televisive, quasi sempre solitarie, il cui impatto anche psicologico sugli utenti divide gli esperti.
«Netflix è in competizione col sonno degli utenti» ha dichiarato qualche tempo fa l'amministratore delegato della più importante piattaforma video. Una frase ad effetto che intendeva sottolineare che l'azienda non temeva alcuna piattaforma concorrente ma che conteneva una grande verità: per potere consumare più televisione gli utenti devono rinunciare a una parte del loro tempo. Perché le ore a disposizione di ognuno di noi in un giorno sono sempre le stesse, mentre le “tentazioni digitali” negli ultimi anni sono aumentate vertiginosamente. Quindi, per seguirle, dobbiamo privarci di qualcosa. E spesso è il sonno. Mentre altre volte sono gli amici, la socialità, le attività culturali o sportive.
Grazie alla pandemia che ha costretto in casa per mesi buona parte del mondo, il numero di abbonati alle piattaforme di streaming ha superato quota 1 miliardo. La più diffusa è Netflix con oltre 200 milioni di abbonati nel mondo, seguita da Prime Video (che in Italia è inclusa nell'abbonamento ad Amazon Prime) con circa 150 milioni di profili attivi. Al terzo e quarto posto si piazzano, con circa 120 milioni di iscritti a testa, le due piattaforme cinesi Tencent video e iQiyi.
Netflix e tutte le altre piattaforme hanno però un problema: il pubblico sembra essere saturo. L'ha scoperto sulla sua pelle Disney+ che ha sì raccolto 100 milioni di abbonati nel mondo in 16 mesi, ma ora sembra finita in stallo. Se il numero di abbonati alle piattaforme video è destinato presto a saturarsi, l'unica strada possibile per crescere è quella di allargare il business. Come? Per esempio copiando quello che già sta facendo da tempo il mondo del cinema di Hollywood. E cioè aprendo spazi di vendita nelle piattaforme con gadget (magliette, giocattoli e oggetti) legati ai titoli di successo. Potrà suonarvi strano ma ormai per alcuni film di Hollywood gli incassi generati dei biglietti dei cinema (e questo voleva anche prima della pandemia) sono inferiori al business generato dalla vendita dei gadget. Al punto che prima di dare il via libera ad alcuni titoli popolari si fanno anche studi sul potenziale di vendita di giocattoli e gadget legati ai film.
Una strada simile potrebbero percorrerla anche Disney+, soprattutto dopo che il gruppo Disney ha deciso di chiudere i propri negozi in Paesi importanti come l'Italia. Ma la sorpresa più grande potrebbe arrivare ancora da Netflix, che sta studiando addirittura la nascita di alcuni parchi di divertimento legati ai suoi titoli più amati come una sorta di Disneyland delle serie tv.
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