Cosa c'entrano i selfie del Papa con la recezione di Amoris laetitia?
venerdì 30 settembre 2016
Torno sull'ultimo Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione in Italia, di cui ieri "Avvenire" ha già riferito, perché uno dei dati sui quali tutte le fonti si sono soffermate, e cioè l'aumento della penetrazione di Internet e dell'utilizzo dei social network, in particolare Facebook, e il fenomeno della disintermediazione che tale aumento porta con sé, riguarda anche questa rubrica, nel suo piccolo, e ciò di cui essa si alimenta. Così cerco tra i resoconti una parola che interpelli più da vicino quella porzione di Chiesa che osservo vivere e raccontarsi, o farsi raccontare, in Rete, e la trovo sulla bocca di Vania De Luca, presidente Ucsi ( tinyurl.com/gq67hd6 ), che a proposito della coincidenza tra soggetto e oggetto della comunicazione allude alla «fenomenologia del selfie», immagine simbolica di questo processo, e all'intuito comunicativo di papa Francesco che vi si presta «quando l'occasione lo richiede».In tema di disintermediazione mi viene subito in mente che in questi stessi giorni l'informazione ecclesiale ha ripreso a parlare con intensità dell'esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, e questa volta, accanto alle voci di osservatori e di teologi che hanno già ampiamente argomentato il loro consenso o dissenso intorno a questo documento, si tornano a udire le voci dei vescovi, che si adoperano per tradurla in prassi pastorale nelle rispettive diocesi. Anche servendosi degli strumenti digitali, come hanno già fatto «accompagnando con varie campagne sui social media la pubblicazione del documento» e come continueranno a fare: lo scrivono, a valle di un'indagine presso le diocesi e le altre istituzioni cattoliche, riportata dal blog del "Regno" "L'Indice del Sinodo" ( tinyurl.com/zqb24m8 ), i vescovi degli Stati Uniti. Che si propongono anche di correggere quella «visione miope», talvolta proposta da «resoconti e commenti giornalistici», che ha «in qualche caso reso problematica la recezione stessa del documento».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: