martedì 13 agosto 2002
Neppure la fantasia saprebbe inventare tanta varietà di contraddizioni quante già ce ne sono in natura nel cuore di ogni uomo.Che il cuore dell'uomo sia un "guazzabuglio", come diceva Alessandro Manzoni, è un dato facilmente acquisibile attraverso l'esperienza. La frase che abbiamo citato dichiara questa tesi in modo icastico, come accade sempre al suo autore, quel duca di La Rochefoucauld (1613-1680) che spesso si è affacciato in questo spazio di riflessione con la sua opera più celebre, le Massime. Che ora sono proposte in italiano in un bel libretto curato da Giuliano Vigini e intitolato La fatica di diventare migliori (Paoline).La parola su cui vorremmo mettere l'accento è «contraddizioni». Sì, nella nostra coscienza s'aggrovigliano bene e male, logica e assurdo, virtù e vizio, luce e tenebra, odio e amore. E non è detto che, dopo aver dipanato il positivo dal negativo, si sia pronti a seguire la via diritta e giusta. E' ancora lo stesso autore francese a scrivere che «I vizi ci aspettano nel corso della vita come ospiti dai quali prima o poi bisogna passare. Dubito che l'esperienza servirebbe a farceli evitare nel caso ci fosse concesso di fare due volte la stessa strada». La Rochefoucauld non conosce, nel suo radicale pessimismo, né la grazia né la conversione. Tuttavia non ha del tutto torto nell'intuire che le vie della salvezza possono essere sorprendenti: «I vizi entrano nella composizione della virtù, come i veleni nella composizione dei rimedi. La saggezza li mescola e li tempera e se ne serve utilmente contro i mali della vita».
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