Con “Cuochi d'Italia” il menù è completo
giovedì 29 aprile 2021
Questa settimana sono partite su Tv8 (tutti i giorni dalle 19,30 alle 20,30) le nuove puntate di Cuochi d'Italia, la gara di cucina tra chef specializzati in piatti tipici locali. Ogni volta si sfidano i rappresentanti di due delle venti regioni italiane. A turno i concorrenti scelgono il piatto, fra tre proposti dall'avversario, con il quale confrontarsi ai fornelli. In alternativa c'è il piatto misterioso sotto la cloche degli chef Gennaro Esposito e Cristiano Tomei, che sono anche i giudici della competizione. A loro spetta il voto da 1 a 10 dopo aver valutato l'impiattamento e assaggiato il prodotto cucinato in mezz'ora dai due aspiranti al titolo di miglior cuoco regionale d'Italia. A condurre il tutto lo chef più rock e social della tv, Alessandro Borghese, presente sulla rete in chiaro di Sky anche con 4 Ristoranti. E non c'è dubbio che il successo dei due programmi dipenda dalla sua brillante e coinvolgente conduzione. Ma è anche vero che ormai qualsiasi format di cucina funziona di per sé. Del resto i cosiddetti cooking show imperversano. Sia nella versione talent, tipo Masterchef, che in quella reality come il rammentato 4 Ristoranti. Ci sono anche programmi di sole ricette e canali tematici. Ma forse non tutti sanno che il cibo rappresenta un genere che fa parte della storia della televisione italiana. Basti pensare che il primo reportage enogastronomico risale agli anni a cavallo tra il 1957 e il 1958. Era condotto dallo scrittore Mario Soldati, s'intitolava Viaggio nella valle del Po e fu proposto in 12 puntate sull'allora Programma Nazionale. Adesso è stato saggiamente recuperato e messo a disposizione su RaiPlay così come il progenitore delle competizioni culinarie: A tavola alle 7, condotto dal 1974 al 1976 dall'attrice Ave Ninchi e dal giornalista e gastronomo Luigi Veronelli, che poi non era altro che la continuazione di Colazione allo studio 7 iniziato nel 1971.
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