Collaboratori Inps, riforma in vista
martedì 12 maggio 2009
Troppo a lungo i lavoratori autonomi senza una propria cassa di previdenza sono stati ignorati dal legislatore. È in vista ora un'interessante riforma pensionistica riservata alla crescente folla di partite Iva assicurata alla Gestione separata Inps ma mescolata con i collaboratori a progetto, gli occasionali, i venditori a domicilio, gli associati con apporto di lavoro ecc.
Un disegno di legge, presentato da pochi giorni al Senato da Pietro Ichino, prevede una migliore regolamentazione per i professionisti con partita Iva e senza una propria cassa di previdenza, fermo restando il loro inquadramento nella Gestione separata.
Per questi lavoratori «genuinamente autonomi» è previsto che il contributo previdenziale pensionistico sia uguale a quello pagato dagli artigiani (20%). Attualmente, tutti gli iscritti alla Gestione separata versano un contributo obbligatorio più alto, pari al 25,72% (25% per la pensione più uno 0,72% per malattia, maternità e assegni familiari) e destinato ad aumentare fino al 26,81% nel 2011.
La parificazione al mondo del lavoro autonomo si estende poi al trattamento dei professionisti iscritti ad un albo di categoria e con una propria cassa di previdenza. Anche gli autonomi senza cassa previdenziale saranno tenuti ad addebitare al committente una percentuale del 4% dei compensi lordi, esente dall'Irpef e dall'Iva.
Alla riduzione dei contributi si accompagna la possibilità di totalizzare, ai fini della pensione, tutti i periodi di contribuzione, in qualsiasi gestione previdenziale siano stati registrati e senza il limite minimo dei tre anni. Chi è già titolare di una pensione potrà liquidare un assegno supplementare con i soli contributi della Gestione separata. Infine, sono previste agevolazioni fiscali in materia di pensioni integrative, analoghe a quelle per i lavoratori dipendenti.
Per tutti i collaboratori, senza distinzioni, il calcolo della pensione dovrà tener conto di tutti i periodi lavorativi anteriori al 1996, anno di nascita della Gestione separata. Questi periodi, indipendentemente dalla loro durata, daranno vita ad una quota di pensione calcolata col più favorevole sistema retributivo, sommandosi così alla quota derivante dai periodi post 1995 e calcolati col sistema contributivo.
Per la prima volta, infine, i contributi da collaboratore saranno computabili per maturare il requisito contributivo dei 35 anni per la pensione di anzianità. Una misura estensibile quindi alle pensioni Inpdap.
Servizio militare. Questa proposta legislativa trascura di riparare una grossa falla dell'attuale Gestione. A tutti i collaboratori Inps, con o senza partita Iva, non è riconosciuto sulla pensione il periodo di servizio militare (o di servizio civile), come avviene invece per tutti gli altri lavoratori sin dal 1969. Motivo dell'impedimento è semplicemente il silenzio su questa materia della legge che ha istituito la Gestione separata.
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