Coldiretti, termina il mandato di Moncalvo. Il 7 novembre nuovo presidente
domenica 4 novembre 2018
Un giovane presidente che lascia spazio ad un altro presidente, rinunciando anche ad una carica prestigiosa. Non accade quasi mai. Ma anche in questo l'agricoltura è d'esempio. Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti (la maggiore organizzazione agricola europea), ha lasciato la carica nazionale dopo cinque anni. Da qui in avanti sarà solo (si fa per dire) presidente dei coltivatori piemontesi, oltre che coltivatore diretto. Tutto previsto, si dirà, e in effetti così recita lo Statuto coldirettiano. Ma la scelta di seguire le regole è, di questi tempi, già una notizia. E lo è ancor di più se si pensa che chi sceglie di stare alle regole, abbandona una poltrona a capo di 1,6 milioni di agricoltori. E non solo. Perché la decisione di cambiare lo Statuto è stata presa proprio da chi oggi se ne va con un obiettivo: «Favorire e garantire il rinnovamento continuo della Coldiretti».
Scelta onesta e atipica, quella di Moncalvo, che fra l'altro ha iniziato la sua storia agricola partendo da altro. Da neolaureato in Ingegneria al Politecnico di Torino, l'ormai ex presidente nazionale della Coldiretti ha preferito impegnarsi nell'azienda agricola familiare con innovazioni tecniche, gestionali e di orientamento produttivo. Moncalvo poi ha intrapreso tutto il percorso all'interno delle gerarchie del sindacato fino ad arrivare nel 2013 ad essere il più giovane presidente dalla nascita della Coldiretti. In cinque anni sotto la sua guida l'associazione ha raggiunto risultati preziosi per le campagne italiane e, più in generale, ha visto crescere il proprio prestigio e la propria forza, sulla scena pubblica nazionale ed internazionale. Certo, Coldiretti non è più quella potente macchina da voti di un tempo, che riusciva a far eleggere decine di parlamentari alle Camere e orientare buona parte delle politiche agricole italiane. È probabilmente qualcosa di più: un'organizzazione che è capace di far parlare dell'agricoltura e dell'agroalimentare in un modo nuovo e diverso, più coinvolgente e comprensibile alla gente. Una sfida vinta (che crea anche molte invidie). «Quando ho iniziato il mio mandato, sapevo soltanto che i cinque anni successivi sarebbero serviti per preparare la strada a una migliore Coldiretti e a chi sarebbe venuto dopo di me», ha detto Moncalvo al Consiglio nazionale che ha accolto le sue dimissioni.
Adesso Coldiretti si trova però davanti ad un'altra sfida. Il 7 novembre è convocata l'Assemblea elettiva che sceglierà il nuovo presidente, con una novità che è già nei fatti: a votare sarà una classe dirigente in buona parte giovane e innovata. Un segnale anche questo.
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