Coldiretti e Tim per i campi digitali
domenica 13 settembre 2020
Digitalizzare anche l'agricoltura. L'obiettivo deve essere ben inteso: i buoni campi e le buone stalle esisteranno sempre e saranno sempre saldamente ancorati alla terra. Ma gli strumenti per rendere la vita più facile agli agricoltori dovranno diffondersi più di oggi. A questo mirano Coldiretti, Tim e Bonifiche Ferraresi con l'intesa appena sottoscritta per portare di più e meglio la banda ultralarga nelle campagne. Non si tratta di fantascienza verde, ma del naturale avanzare di un metodo di lavoro che, in agricoltura, diventa anche strumento di controllo del territorio e dell'ambiente oltre che di efficienza. I tecnici del settore, d'altra parte, sanno bene quanto proprio nei campi le nuove tecnologie possano essere di casa. È accaduto spesso. Basta pensare a quando le tecniche di difesa delle piante dalle malattie con metodi più compatibili con l'ambiente, venivano già studiati e applicati in periodi nei quali l'ecologismo era ancora di là da venire. Digitalizzazione, dunque. Che potrà servire non solo per vendere meglio i prodotti agroalimentari ma anche, e soprattutto, per l'ottimizzazione dei processi produttivi e quindi per un incremento di produttività accompagnata dalla riduzione dei costi e a favore della sostenibilità ambientale. Poter tenere sotto controllo e più rapidamente lo stato di salute delle coltivazioni, il livello delle risorse idriche, poter calcolare in tempo reale la necessità di irrigare oppure essere informati dei cambiamenti climatici, sarà condizione più diffusa di oggi. Senza dire dei servizi dedicati al turismo e alla valorizzazione di territori adesso ai margini dei grandi centri urbani. La possibilità di abbattere la burocrazia, che spesso frena anche l'agricoltura, è poi un altro risultato che le tecniche digitali potrebbero ottenere in tempi brevi insieme alla più facile certificazione e tracciabilità dei prodotti. L'obiettivo di Coldiretti. Tim e Bonifiche Ferraresi è certo ambizioso – arrivare a coinvolgere entro due anni il 10% della superficie coltivata in Italia –, ma è fattibilissimo e, soprattutto, importante. Non si tratta, come si è detto, di creare un'agricoltura virtuale, ma di consentire alle imprese agricole di continuare lungo la strada di un'evoluzione che riesca a conciliare sapienza produttiva e innovazione. Certo, la fatica nei campi esisterà sempre, ma magari potrà essere più lieve di oggi.
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