Capodanno, altro passo per Bolle
venerdì 3 gennaio 2020
Nel 2016 portare la danza classica in prima serata in tv fu una scommessa, peraltro vinta, tanto da trasformarsi in consuetudine. All'inizio fu La mia danza libera, dopo di che, dal 2018, ogni Capodanno è stato scandito su Rai 1 da Danza con me. Protagonista sempre lui, l'étoile della Scala, Roberto Bolle, che con il passare degli anni sta affinando anche il suo ruolo di conduttore e di uomo di spettacolo in generale. Ma c'è ancora da lavorare, mentre restano fuori discussione le sue eccezionali doti di ballerino, la perfezione fisica e la versatilità. Anche quest'anno abbiamo assistito a momenti di grande spettacolo con coreografie di livello assoluto. Eccezionali omaggi come quello a Federico Fellini con il balletto ispirato a La strada, film capolavoro del regista riminese. Affrontati a passo di danza anche temi d'attualità: dall'immigrazione all'ambiente. Insomma, di fronte alle esibizioni di Bolle, e con lui di grandissime ballerine (Svetlana Zakharova, Nicoletta Manni, Silvia Azzoni...), anche i profani capiscono che la danza è un'arte. Il problema, semmai, sta nel fatto che tutto è ricondotto al protagonista e in particolare al suo aspetto fisico con il rischio di una sovraesposizione. Anche gli ospiti, a volte, finiscono per essere troppo in funzione del padrone di casa. Persino Roberto Benigni (a parte che fosse lì con il regista Matteo Garrone per promuovere il Pinocchio cinematografico) è apparso frenato in una gag piuttosto scontata sul confronto fisico con il ballerino. Anche i raccordi, in questo caso affidati a Giampaolo Morelli e Geppi Cucciari, sono apparsi poco amalgamati con il contesto. Bene, invece, Luca e Paolo in una serie di contrappunti ambientati su una trave sospesa nel vuoto come quella degli operai in pausa nella famosa foto del 1932 “Lunch atop a Skyscraper”. Hanno funzionato singolarmente anche tanti altri ospiti (Andrea Bocelli, Stefano Bollani, Alberto Angela, Luca Zingaretti, Virginia Raffaele, Nina Zilli), ma quello che continua a mancare è qualcosa che renda il tutto più omogeneo, anche a scapito di qualche balletto. Il pubblico continua comunque a premiare la scelta di Rai 1 con quasi 4 milioni e mezzo di telespettatori e uno share vicino al 22 per cento.
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