Calcio ostaggio di fascismi e dei nostalgici del Duce
martedì 26 ottobre 2021
Prima delle perenni bufere arbitrali, nel pazzo pazzo mondo della Serie A in primo piano c'era finito ancora la Lazio. Nell'antica Roma gli augures interpretavano i segni premonitori dal volo degli uccelli. Nella Roma d'oggi, sponda laziale, questo lavoro tocca al signor Juan Bernabè, dipendente, esterno, al soldo del presidente latinista Claudio Lotito. Dal 2010 Bernabè è il falconiere ufficiale dell'aquila Olympia, la mascotte del club biancoceleste che, di mestiere anch'essa compie un volo propiziatorio prima e dopo le partite della squadra del “compagno” Maurizio Sarri. E fin qui, siamo ancora nel folcroristico e non in fuorigioco. Lì invece c'è finito il filmato, virale in rete, del camerata Bernabè ripreso con Olympia tenuta al braccio sinistro mentre tende il destro nell'inequivocabile saluto romano. Gesto rivolto alla Curva Nord laziale, che come sì sa, è popolata di fascisti dichiarati e di “orfani” del capo degli Irriducibili Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, morto assassinato il 7 agosto 2019. Storiacce per niente di cuoio, distanti dall'Olimpico e anche dal volo di Olympia, ma parallele a “Mafia Capitale”. Perciò il signor Bernabè con quel gesto insano, oltre che fuori legge (si legga l'art.4 della Costituzione), non ha fatto altro che agitare una polveriera sempre pronta ad esplodere nella violenza fisica e verbale. «Le parole dell'odio partono dallo stadio e fuoriescono per le strade», ha detto tempo fa ad Avvenire la senatrice a vita Liliana Segre, scampata al lager nazifascista di Auschwitz. «Via i fascisti e gli odiatori dal mondo del calcio. Un odio che dal campo si propaga in ogni piazza» (e anche in ogni scuola, aggiungiamo noi), si allinea alla Segre Noemi Di Segni, presidente Ucei - Unione Comunità ebraiche italiane - . «Sono dispiaciuto per quello che è successo, in Spagna, il gesto fascista si fa con il braccio teso in una linea retta» la patetica difesa di Bernabé. La Lazio a sua volta si difende con la «sospensione e eventuale risoluzione dei contratti in essere» del falconiere. Non era ancora passata la vergognosa ondata nera, che la Lazio ha annunciato con enfasi: per la trasferta di Verona alla prima squadra verrà aggregato - causa emergenza difensiva - Romano Floriani Mussolini. Chi è Romano? Niente meno che il pronipote del Duce. Il ragazzo, sulla maglia n.44 ha stampato il cognome Floriani M. e la cosa non convince i nostalgici del fascio che preferirebbero vedere per esteso il cognome Mussolini. Dall'opposta fazione, la macchina del fango non ha perso un solo istante per sparare a zero sul giovane difensore laziale e giustamente registriamo lo sdegno del suo procuratore Maurizio Tonicchi: «Squallido rovinare la gioia di un ragazzo alla sua prima convocazione». Per la cronaca, senza aver schierato Romano Floriani M. in campo, la difesa della Lazio ha preso 4 gol dal Verona, e tutti a firma di Giovanni Simeone jr detto il “Cholito”. Lo scemo social di turno ha sottolineato: «Cholito più forte di Benito!». Meglio chiudere parlando di Benitez, sconfitto dal sor Ranieri in un pacifico Everton-Watford 2-5. Goodbye!
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