Business e complotti, “Deep State” funziona
mercoledì 18 aprile 2018
Deep State, la nuova serie tv in onda il lunedì alle 21,50 su Fox (canale 112 di Sky), racconta la storia di Max Easton, ex agente dell'intelligence britannica, costretto a tornare al vecchio lavoro per le minacce alla sua nuova famiglia (la seconda moglie e due figlie piccole) e per la presunta morte del figlio maggiore, Harry (avuto con la prima moglie), che ha deciso di seguire le orme del padre. Sullo sfondo un complotto internazionale dei signori della guerra che cercano di trasformare in business il caos in Medio Oriente. Ambientata tra Inghilterra, Stati Uniti, Iran, Libano, Marocco e Francia, la serie di Fox si propone come uno spy thriller piuttosto tradizionale, ma non per questo meno efficace. Un segreto dietro l'altro dà origine a un puzzle piuttosto complicato, ma anche avvincente. Mentre la storia, in un alternarsi di flashback, viaggia su due piani paralleli: la nuova missione di Max (interpretato dall'attore Mark Strong) e la scoperta da parte della moglie, a casa, della vera professione del marito nascosta per dieci anni. L'uomo sarà così dilaniato dal dilemma interiore nel tentare di conciliare la doppia vita di marito e di agente segreto. Intanto Harry, a Teheran, per una serie di circostanze, è ancora vivo. La sua morte è stata solo inscenata. Ma chi realmente lo voleva morto e perché questa nuova missione di Max in Medio Oriente? La prima stagione di Deep State ce lo svelerà poco alla volta, un episodio dopo l'altro (sono otto di un'ora). Intanto, tenere i propri cari al sicuro diventa per Max sempre più difficile. La curiosità di Anna, che l'ha spinta a frugare fra le cose del marito e a trovare il video in cui svela la sua reale identità, ha finito per metterla nei guai più di quanto potesse immaginare. E soprattutto rischia di mettere in pericolo anche le sue bambine. Di mezzo ci sono i servizi segreti di diversi Paesi coinvolti in un'operazione internazionale top secret, con ogni probabilità non autorizzata dal Governo. Deep State, in fondo, ci parla proprio di questo: di quel «potere nel potere» alla base di ogni cospirazione, in questo caso una cospirazione che ha fini certamente non nobili. Il racconto, infatti, prova anche a esplorare l'intricato rapporto tra i governi e le grandi industrie che traggono profitto dai conflitti globali.
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