Buon riso nonostante clima e concorrenza
domenica 27 settembre 2020
Buone nonostante il clima avverso. Sono le condizioni della risicoltura italiana, alle prese con mercati non facili, la concorrenza mondiale e, per ultimo, un andamento climatico non sempre favorevole. Tutti fattori che mettono in agitazione gli agricoltori. Anche se, in ogni caso, la raccolta 2020 che inizia in questi giorni promette un risultato più che interessante. I coltivatori diretti spiegano: «Si prevede una buona produzione di alta qualità, nonostante i danni causati dal maltempo in alcune regioni del Nord, con un aumento del 4% degli ettari coltivati che salgono a 228mila». A fare la parte del leone, con l'80% della superficie, sono tre province del Piemonte e della Lombardia, ma il riso è presente anche in Veneto, Emilia, Toscana, Sicilia e Sardegna. La risicoltura dello Stivale, dopo quelle asiatiche, continua ad essere ai primi posti nel mondo. Bene anche gli acquisti del mercato interno. Stando a Coldiretti, a causa anche del periodo di clausura, gli acquisti di riso degli italiani hanno fatto registrare un aumento record del 16%. Ma, dice sempre l'organizzazione agricola, «il cereale più consumato al mondo, è stato oggetto di una vera e propria guerra commerciale con l'inizio della pandemia con accaparramenti, controlli sui raccolti e limiti alle esportazioni da parte dei principali paesi produttori per garantire le forniture alimentari ai propri cittadini». Il mercato quindi cresce. Potrebbe essere un buon momento per il nostro Paese (che quest'anno potrebbe arrivare a produrre 1,50 milioni di tonnellate di risone (il 50% circa di tutta la produzione europea), su 228mila ettari con 4mila aziende. A minacciare tutto, spiegano sempre i coltivatori, sarebbe però la forte crescita degli arrivi di prodotto dai paesi asiatici. «Una vera e propria invasione che ha saturato il mercato facendo concorrenza sleale ai coltivatori italiani», punta il dito Coldiretti che per fare capire meglio pone l'esempio del Myanmar (la ex Birmania) che nel 2020 ha aumentato del 44% le esportazioni di riso di varietà Japonica in Italia. Una situazione, tra l'altro, resa ancora più delicata dall'accusa di violazione dei diritti umani che pesa su questo paese. E grandi arrivi di riso si verificano anche dal Vietnam. A questo punto che fare? Coldiretti chiede più controlli, etichette più chiare e zero tolleranza verso prodotti con sostanze vietate in Europa. In altre parole, il riso europeo e italiano va difeso ad ogni costo.
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