“Blob” a Venezia, Rai 3 di tutto di più
martedì 6 settembre 2022
È uno dei programmi più longevi della Rai, anche se a momenti può sembrare strampalato e in parte lo è davvero, volutamente però. Anche perché si sviluppa attraverso contrapposizioni, nel caso specifico di frammenti televisivi: della serie tutto e il contrario di tutto tra quello che è andato in onda sulla varie emittenti o su quello che gli inviati del programma raccolgono in proprio. Parliamo di Blob, che in questi giorni di Mostra del cinema, a parte qualche puntata monografica (domenica ad esempio su Monica Vitti), si propone in versione Blob Venezia. Ma prima facciamo un passo indietro. Il tradizionale spazio satirico delle 20 su Rai 3 nasce nel 1989 come Blob, di tutto di più. A idearlo, assieme ai critici cinematografici Enrico Ghezzi e Marco Giusti, è l'allora direttore della rete, Angelo Guglielmi, scomparso l'11 luglio scorso. Al debutto, il 17 aprile di trentatré anni fa, Blob spiazzò i telespettatori, ma non ci volle molto a capire che si trattava di un linguaggio televisivo originale e innovativo, che si rifaceva anche all'abitudine sempre più diffusa dello spippolare da un canale all'altro con il telecomando. In ogni caso, il programma di Rai 3 inaugurava un genere nel quale, sia pure con qualche differenza, si sarebbero inserite altre strisce quotidiane di frammenti televisivi come Techetechetè di Rai 1. Tornando a Blob Venezia, il principio della contrapposizione resta tale, in particolare tra la politica e il cinema, compreso il “Tappeto russo”, satira del red carpet dove sfilano le star o presunte tali. Blob con l'inviato Fabio Masi preferisce queste ultime. In quanto ai politici, c'è n'è uno avvantaggiato ad essere preso di mira in questi giorni di Mostra: Carlo Calenda in quanto figlio della regista Cristina Comencini e quindi nipote di Luigi Comencini.
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