Attaccato al seno il bimbo ora sogna
domenica 19 gennaio 2025
Nel fondo della notte, quando nella città attorno tutte le finestre sono buie e tutti dormono, il pianto da fame di un neonato spacca il silenzio, improvviso. Non è un pianto gentile: è uno schiaffo brusco che taglia la notte, sempre più concitato, come se al bambino dall’urlare mancasse l’aria. Nelle case vicine le donne che sono state madri, anche tanto tempo fa, riconoscono nel sonno quel pianto e aprono gli occhi, inquiete. Gli uomini, invece, dormono. In quell’appartamento della Cagnola a Milano, antica periferia popolare, una giovane mamma si è già alzata, barcollante di sonno. Prende il figlio dalla culla, lo avvolge in una piccola coperta. Quello un poco si calma nell’odore della pelle di lei, che riconosce. Ma inconsolabile riprende a piangere, rosso in faccia: finché trova il seno e si attacca, vorace. Finalmente è calmo. Gli occhi chiusi, succhia, in una felicità appagata. Il ritmo del cuore di lei lo culla: lo riconoscerebbe fra mille, quel battito. «Sembra uno di quei gattini che combattono fra loro addosso alla mamma, per trovare una mammella», sorride la giovane madre. È affamato il piccolo, quasi si soffoca, dimenticando di respirare. In quella voracità innocente, nella notte tornata silenziosa, riconosco la vita: la vita stessa, in persona, ordinata a cercare il seno, a gridare, finché non venga sfamata. (Sopravvivevano, un tempo, e anche oggi in cento maledette guerre e carestie, i più vigorosi, quelli che non davano tregua alla madre). Ma nella notte in pace di Milano questi due, che infine si addormentano abbracciati, sembrano la maternità di un artista seicentesco: lei a capo chino, i capelli sulle spalle, dolce, stanca. Lui, già grosso, forte, ancora nel sonno attaccato al seno – che nessuno glielo rubi. Sulla piccola faccia, ora, una beatitudine assoluta. Lui sogna. Chissà cosa sogna. Il suo mondo di prima, forse, l’ineffabile, l’indescrivibile che poi dimentichiamo. Anche se ne rimane come una nostalgia indicibile, nel fondo di noi. © riproduzione riservata
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