Assegni famigliari, c'è da sorridere
martedì 26 gennaio 2010
Se non fossero un argomento molto serio, potrebbero essere spunto di comicità sui progressi della previdenza. Si tratta degli "assegni familiari" che la legge riserva ad alcune categorie di lavoratori autonomi e di pensionati.
Oggi, nell'anno 2010, l'importo di questi assegni è di 10,21 euro mensili (sic). Un importo fisso " diversamente da quanto è previsto per il settore del lavoro dipendente " che la legge riserva agli artigiani, ai commercianti ed ai coltivatori diretti che siano titolari di pensione e che abbiano a carico moglie e figli. Questi pensionati ricevono gli assegni sotto forma di maggiorazione della pensione. Ma l'importo di 10 euro, pari alle vecchie 19.760 lire, deve essere apparso al legislatore dell'epoca (anno 1955) tanto esorbitante da ridurlo oggi a 8,18 euro mensili per i lavoratori autonomi che siano coltivatori diretti, mezzadri, coloni o piccoli coltivatori in attività e che abbiano figli a carico. È esclusa, per tutti questi lavoratori, l'eventualità di avere anche la moglie a carico, fatto invece del tutto ordinario per le famiglie del settore agricolo.
Inoltre, questi assegni familiari (da non confondere con l'"assegno per il nucleo familiare" dei lavoratori dipendenti) sono riconosciuti a condizione che sia i familiari interessati sia la famiglia intera non possiedano redditi personali superiori a determinati limiti di reddito. E la legge costringe quindi l'Inps a registrare, anno dopo anno, la rivalutazione dei limiti di reddito al costo della vita.
L'Istituto di previdenza ha reso noto di recente (circ. 2/2010) le fasce reddituali da considerare per l'anno in corso, ai fini della liquidazione degli assegni. Ad esempio, per una famiglia di 4 persone (coniugi e due figli, non inabili) cessa il diritto agli assegni o alle maggiorazioni di pensione qualora il reddito familiare annuale superi i 26.152,66 euro. Limiti più favorevoli sono stabiliti se il nucleo comprende vedovi, divorziati, separati o inabili. Nello stesso tempo l'Inps ha rivalutato anche gli importi di riferimento affinché un familiare possa essere considerato a carico del capofamiglia (c.d. non autosufficienza economica): 649,19 euro per il coniuge, per un genitore, per ciascun figlio o equiparato, 1136,08 euro per due genitori. Si tratta quindi di una pagina della previdenza cristallizzata, ormai fuori del tempo. Non è stato mai considerato un adeguamento dell'importo dei 10 euro al valore della lira e dell'euro nel corso degli anni. E neppure per ipotesi si è pensato che una pensione da lavoro autonomo in agricoltura possa essere stata maturata con il cumulo di contributi da lavoro dipendente, il che avrebbe potuto attrarre il diritto agli assegni nell'area degli altri sostegni alla famiglia, regolata con altri criteri ed importi.
Assegni comunali. Anche questi con importi insufficienti, ma con migliori finalità, gli assegni 2009 alle famiglie numerose e gli assegni di maternità dei Comuni, da richiedere entro il 31 gennaio.
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