Applicare la correzione fraterna alla comunicazione digitale
domenica 6 settembre 2020
Ho sottolineato più volte il fatto che l'infosfera ecclesiale, all'approssimarsi della domenica, offre una quantità davvero alta di commenti alle letture festive. Ma non è frequente che tali commenti siano tagliati su misura per gli utenti del web. Questa settimana l'ha fatto, sul suo blog “Rigantur mentes” ( bit.ly/2F5UtGo ), il padre gesuita Gaetano Piccolo. Mi riferisco alla parte introduttiva della sua meditazione, quella dove, come d'abitudine, parte da un aspetto saliente della vita contemporanea (sul quale costruisce anche il titolo del post) per poi illuminarlo con la Parola di Dio. Così oggi, a Messa, ascoltando il brano del Vangelo di Matteo che ha per tema la «correzione fraterna», i fedeli che frequentano abitualmente i social network potranno interrogarsi sul fatto che nella comunicazione digitale emerge «uno dei lati più oscuri della nostra personalità: la tendenza a condannare, il compiacimento nel giudizio spietato, il gusto nello spiare la caduta di qualunque altro essere umano», producendo lacerazioni nel tessuto sociale. Certo, la prassi, che padre Piccolo trae dall'insegnamento di Gesù, di superare i conflitti percorrendo un cammino che va «dal fratello alla comunità» non è di facile attuazione quando i «giudizi temerari» che esprimiamo online toccano i protagonisti, abituali od occasionali, della vita pubblica. In quel caso ci si limiterà a preferire alla temerarietà la misura, a informarsi bene prima di giudicare, a rispettare le persone anche quando dicono o fanno cose che non condividiamo. Ma allorché invece il conflitto è a tu per tu, con gli «amici digitali», e a maggior ragione se gli «amici» sono anche fratelli nella fede, allora «cercare un incontro personale, chiedere l'intervento di testimoni, appellarsi alla comunità» sarà ben praticabile anche online. Con un grande guadagno per la testimonianza, giacché ciò per cui i cristiani saranno riconosciuti è l'amore reciproco, non i discorsi d'odio.
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