Anche campi e stalle sono in cerca di braccia
domenica 15 maggio 2022
Anche quest'anno i campi e le stalle italiani sono alla ricerca di manodopera per i lavori agricoli di stagione. In primo piano, è stato già segnalato dai coltivatori diretti, sono tutte le operazioni di raccolta delle produzioni estive, che, viene detto, sarebbero già "a rischio". Il tema non è nuovo, ma si ripete adesso con maggiore evidenza. Ormai, per i lavori agricoli non particolarmente specializzati, si presentano sempre di più persone extracomunitarie. Che devono fare i conti con la burocrazia e con le condizioni di lavoro non sempre ideali. Tenendo conto della necessità di assicurare lavori dignitosi, i coltivatori lanciano l'allarme sul primo problema. Bastano pochi numeri per capire. Secondo Coldiretti all'agricoltura italiana servono nel 2022 almeno centomila lavoratori stagionali. Peccato che, anche tenendo conto che quest'anno la quota di ingressi è stata alzata a 69mila unità, per l'agricoltura siano disponibili solo 42mila permessi. Tutto si complica a causa delle lentezze burocratiche per il disbrigo delle pratiche. C'è il rischio di forti difficoltà per le raccolte, ma anche della crescita del lavoro nero con tutte le conseguenze del caso. Coldiretti poi fa notare come «la presenza di lavoratori stranieri sia diventata strutturale nell'agricoltura italiana dove un prodotto agricolo su quattro viene raccolto in Italia da mani straniere che rappresentano più del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore». Spesso le migliori produzioni agroalimentare italiane, quelle che portano in giro per il mondo il buon nome del Paese, sono ottenuto con l'indispensabile apporto di manodopera straniera. Le soluzioni ci sarebbero. Oltre a velocizzare le operazioni di ingresso, potrebbero essere alzati ulteriormente i limiti di ingresso in Italia per lavoro, dall'altro, proprio i coltivatori propongono un allargamento della platea dei potenziali lavoratori agricoli. «Con strumenti concordati con i sindacati – viene detto –, occorre consentire anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi». Certo, magari anche con «un piano per la formazione professionale, misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all'andamento climatico sempre più bizzarro».
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