scaffale basso 29 settembre
martedì 29 settembre 2015
Che nessuno scriva a Leo il postino è una triste ironia della sorte. Lui su
e giù per le strade del paese a consegnare lettere e pacchi a destra e a manca e mai un cane che gli scriva un messaggio, un bigliettino, insomma una letterina che lo faccia sentire meno solo. Un giorno d’autunno succede un fatto curioso: ritirando la posta dalla grande cassetta rossa, Leo scopre un uccellino imbucato proprio lì tra le lettere, spaventato e tremante, che evidentemente ha perso il suo stormo. Leo lo adotta e lo accudisce amorevolmente. Ma il tempo passa, arriva la primavera, l’uccellino è cresciuto e il richiamo dello stormo è forte. L’addio è struggente e malinconico, scorre anche una lacrimuccia… Ma non finisce così tristemente questa storia raccontata e disegnata da Sergio Ruzzier, illustratore milanese, newyorchese d’adozione e considerato uno degli autori più interessanti di picture book, ovvero – come lui stesso ama definirli -
libri a figure, dicitura più calzante nel considerare le illustrazioni non una semplice aggiunta al testo. Con un perfetto equilibrio tra parole, poche ed essenziali, e immagini
che sprizzano tenerezza, Una lettera per Leo un po’ commuove e un po’ fa sorridere nel raccontare che le amicizie migliorano la vita. Anche da lontano. Pubblica l’editore Topipittori. Dai 4 anni.

Velocissimo centravanti nella squadra della scuola, rispettato dai compagni, Bernardo sarebbe un drago sereno e tranquillo, incurante della propria piccola statura se non ci fosse il bullo drago Marcello a molestarlo, a deriderlo chiamandolo “microbo” davanti a tutti. Reagire anche a parole in questi casi sarebbe sconsigliabile, ma tant’è: il diverbio un giorno finisce in rissa, con un occhio nero per Bernardo. Poiché le disgrazie non vengono mai da sole,
al danno per il piccolino si unisce anche la beffa di sentirsi compiangere e consolare da mammà che pubblicamente lo chiama draghetto! Vergogna massima per Bernardo che diventa così lo zimbello della scuola. Quando però un drago seppure mingherlino perde le staffe le conseguenze possono essere devastanti. Con Draghetto (Edizioni Clichy; 15 euro) Bernardo Alan Mets, autore e illustratore parigino, mette in campo un altro dei suoi personaggi timidi e un po’ imbranati ma che arrivano all’ultima pagina forti del loro cambiamento. Piccolo drago avrà la sua rivalsa. Dai 4 anni

Osservare e riconoscere le forme è uno dei giochi più divertenti che si possono fare con i più piccolini. Minibombo, la giovane casa editrice che propone libri a figure per bambini e adulti che hanno il piacere di leggere con loro, manda in libreria due nuovi volumi che ancora una volta fondano le loro storie senza parole su forme semplici e colori forti che appaiono costantemente in ogni pagina in situazioni diverse. Dopo “Forme in gioco” e “Chi c’è tra i ritagli” Silvia Borando firma Triangolo al circo e Quadrato al mare (9,90 euro cadauno). Cosa ci faccia un triangolino rosso sotto il tendone del circo, tra artisti e pagliacci è tutto da scoprire. Il gioco è non perderlo di vista mentre si infila nella tromba di un soldatino, tra gli oggetti di un giocoliere, nella gabbia del leone o sulla fronte dell’elefante. Allo stesso modo si deve inseguire un quadratino che cerca di mimetizzarsi nel fumaiolo di una nave, nel secchiello da spiaggia di un bambino, nella pipa di un pescatore o nel boccaglio di un subacqueo… Buona caccia! Dai 3 anni

Non è il massimo della vita avere una sorella maggiore che si veste sempre di nero, di viola o di grigio, porta anelli con il teschio, stivali con le borchie e vestiti che quando esce dal bagno dove si chiude per ore, lasciano scie di mela verde, vaniglia e zucchero filato. E magari non ti degna di uno sguardo se non di compatimento. Il protagonista di Mia sorella è una puzzola (Coccolebooks; 11,50 euro) - firmata da Chiara Lorenzoni e illustrata da Santo Pappalardo - preferirebbe di gran lunga avere un cane con cui divertirsi ogni giorno, perché lei la sorellona Sebastiana detta Bibby, è sempre arrabbiata e con lui non vuole mai giocare. Forse perché si sente già grande… Non sempre evidentemente, perché certe sere, prima di andare a letto è proprio lei, lo sguardo triste, l’apparecchio sui denti e la crema sui brufoli, ad aver voglia di confidarsi con il fratellino. Che sarà anche piccolino ma certe cose le capisce al volo. Dai 7 anni  
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