Se la vita fosse sempre così... E la Sardegna ringrazia Mulas
Riccardo Milani - La vita va così Italia 2025. 120 minuti

I luoghi sono le persone che li vivono, le possibilità che il posto abitato può offrire loro. Questa la “disciplina della terra”, canzone di Ivano Fossati che Riccardo Milani sceglie per i (bellissimi) titoli di coda del suo nuovo lavoro. Un film che riprende stilemi e temi già affrontati dal regista: a partire da un territorio, raccontare splendori e miserie umane. Questa volta, il sud della Sardegna, paesaggio di straordinaria bellezza dove un’agguerrita impresa immobiliare milanese ha deciso di investire edificando un resort di lusso. Oltre a falciar via la macchia mediterranea più bella del mondo, il progetto inghiottirà la spettacolare spiaggia di Bellesa Manna (Tuerredda, nella realtà).
Ma davvero andrà così? La scelta della canzone di Fossati è emblematica, perché “disciplina della terra” sta a dire (scalzando il titolo) che se quasi mai la vita va come previsto, è perché le istanze della Natura sono più forti della poca ossatura morale dei suoi abitanti, gli umani. “Disciplina” è tenacia nel voler difendere e preservare: come quella del vecchio pastore che nega all’impresa edilizia la cessione della sua casa con piccolo terreno annesso dove da generazioni la sua famiglia alleva vacche e quietamente, nella miseria ma nella bellezza, vive, e contro il sopruso di un’invasiva e illegittima cementificazione, per anni dice no a somme stratosferiche di acquisto della sua modesta proprietà. Ispirata a una storia vera, la vicenda del pastore Efisio Mulas (interpretato da un intenso Ignazio Giuseppe Loi) racconta la dignità di una fedeltà alla vita che lascia sia la vita a vincere, anziché la sua mercificazione. Indebolito da qualche cliché di troppo (la comicità non comica dello scherano dell’impresa immobiliare spedito in Sardegna a cercar di convincere il cocciuto pastore), il film di Riccardo Milani conta una sceneggiatura solida (firmata dal regista con Michele Astori) e un cast credibile.
Diego Abatantuono è un manager stanco di tutto, spregiudicatezza aziendale compresa; Virginia Raffaele nei panni della figlia del pastore è sin troppo impeccabile (accento sardo compreso), mentre Geppi Cucciari recita in un cameo emozionante la giudice cui viene affidata la causa legale che il pastore sardo muove ai pescecani immobiliaristi milanesi. Intorno a lui e alla sua ostinata, giusta battaglia, una comunità umana raccontata con leggerezza e iconicità nel solco di una commedia all’italiana invecchiata ma non troppo. Nonostante i risvolti etici della trama qua e là troppo lineari, La vita va così si guarda con piacere, anche con un po’ di commozione. Esaltata da una fotografia tersa, la Natura brilla di bellezza. Basta voler comprendere la disciplina della terra e schierarsi.
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