Di politica non parlavamo mai, l’ho detto. Mai o quasi, a voler essere sinceri. Di norma i current affairs della cronaca internazionale non entravano nei nostri discorsi, ma il signor Kenobi non si sottraeva a riflessioni di carattere più generale. Una mi è rimasta particolarmente impressa e mi torna spesso alla mente in questi ultimi tempi. Secondo il signor Kenobi, infatti, esistono due specie diverse di tiranni. La prima categoria, la più evidente e diffusa, è quella del despota che smania per essere amato. «Non solo dai suoi sudditi, il cui sostegno fanatico si dà per scontato, ma anche da quanti non ricadono sotto il suo diretto potere», precisava. Questo tiranno di buon cuore sa di avere oppositori, dei quali però presuppone la stima implicita, quando non la sotterranea simpatia.
Sinceramente si stupisce degli insulti e si incupisce quando è preso di mira. «All’altro tipo di autocrate piace essere odiato», proseguiva il signor Kenobi. L’affronto lo irrobustisce, l’aggressione lo conforta, è come uno di quei mostri da fantascienza che assorbono energia per assumere dimensioni gigantesche. «Entrambi i generi sono pericolosi – commentava il mio interlocutore –, ma chi si nutre di odio è più difficile da sconfiggere. Non fosse che per questo, è sconsigliabile odiare».
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