Elogio degli elogi

A un certo punto, il signor Kenobi e io ci confessammo di essere entrambi a disagio davanti agli elogi
November 5, 2025
A un certo punto, il signor Kenobi e io ci confessammo di essere entrambi a disagio davanti agli elogi. Da parte mia, sostenevo di avere il sospetto che chi si complimenta lo faccia sempre per una ragione discutibile, o addirittura sbagliata. L’elogio, insomma, sarebbe l’esito di un fraintendimento e rischierebbe di produrne di ulteriori, a cascata. Uno, per esempio, si convince che una tua affermazione nasconda un sottinteso e per quel sottinteso si felicita, senza preoccuparsi di comprendere il tuo pensiero. E così via, di malinteso in malinteso. «Se mi permette, c’è un caso ancora peggiore – obiettò il signor Kenobi –. Si verifica quando si dice bene di qualcuno con l’unico obiettivo di dire male di qualcun altro. Avviene sempre più spesso, ci faccia attenzione.
Può darsi che sia successo anche a lei. A me è successo di sicuro. È uno dei grandi mali della nostra epoca, uno dei sintomi più gravi della mancanza di sincerità da cui siamo perseguitati. Ma l’elogio, di per sé, non sopporta la falsità. Elogiare richiede disciplina, esige rigore. Come la poesia». Provai a replicare che la poesia può anche ridicolizzare e condannare, ma il signor Kenobi non si diede per vinto. «Certi insulti sono elogi mascherati – concluse –. Quel che conta, è il volto che sta sotto la maschera».

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