Le magiche voci di Stile Antico rilanciano il lavoro di Sheppard
Sting, il leader della band rock dei Police, li ha scelti come parter vocali per il suo progetto dedicato al compositore tardo-rinascimentale John Dowland e li ha portati con sé in tournée in giro per il mondo, ma la vera vocazione artistica dei giovani componenti del gruppo Stile Antico è il repertorio polifonico antico, sulla breccia del quale si sono già aggiudicati alcuni importanti riconoscimenti a livello internazionale. Con l'album Media vita, dedicato alla musica da chiesa di John Sheppard (c. 1515-1558), aggiungono ora un nuovo importante tassello al loro ricco curriculum, confermando qualità tecniche, stilistiche ed esecutive di grande pregio (Super Audio CD pubblicato da Harmonia Mundi e distribuito da Ducale).
Il playground sopra cui giocano questa nuova sfida discografica è il repertorio sacro "a cappella" che spazia tra mottetti in lingua latina e anthems riconducibili all'apparato liturgico anglicano, concepiti in uno dei periodi più bui e controversi della storia religiosa britannica; «Gentleman of the Chapel Royal», Sheppard fu infatti attivo durante i tormentati regni di Enrico VIII (che diede vita allo scisma e alla separazione dalla Chiesa di Roma) e della cattolica Maria I Tudor.
La sua opera si è tramandata quasi esclusivamente sotto forma di codici manoscritti, ed è anche per questo motivo che ha tardato a vedere riconosciuto il proprio reale valore. Una lacuna che questo nuovo progetto contribuisce in parte a colmare, portando nuovamente alla luce pagine di disarmante bellezza e difficoltà estrema, come ci testimoniano l'impronta celestiale del brano I give you a new commandment o gli oltre venticinque minuti della monumentale antifona che dà il titolo al cd, vero e proprio tour de force vocale che permette ai cantanti di Stile Antico di dimostrare tutta la loro abilità tecnica e la giusta intenzione del loro approccio interpretativo; tra l'equilibrio e la trasparenza della concertazione, l'attenzione meticolosa al colore timbrico insieme con la purezza dell'emissione e dell'intonazione, alla dimensione verticale del contrappunto ma anche al flusso orizzontale del più ampio svolgimento melodico, in un'affascinante sintesi fra tradizione e avanguardia, rigore costruttivo e accesa fantasia.
Il playground sopra cui giocano questa nuova sfida discografica è il repertorio sacro "a cappella" che spazia tra mottetti in lingua latina e anthems riconducibili all'apparato liturgico anglicano, concepiti in uno dei periodi più bui e controversi della storia religiosa britannica; «Gentleman of the Chapel Royal», Sheppard fu infatti attivo durante i tormentati regni di Enrico VIII (che diede vita allo scisma e alla separazione dalla Chiesa di Roma) e della cattolica Maria I Tudor.
La sua opera si è tramandata quasi esclusivamente sotto forma di codici manoscritti, ed è anche per questo motivo che ha tardato a vedere riconosciuto il proprio reale valore. Una lacuna che questo nuovo progetto contribuisce in parte a colmare, portando nuovamente alla luce pagine di disarmante bellezza e difficoltà estrema, come ci testimoniano l'impronta celestiale del brano I give you a new commandment o gli oltre venticinque minuti della monumentale antifona che dà il titolo al cd, vero e proprio tour de force vocale che permette ai cantanti di Stile Antico di dimostrare tutta la loro abilità tecnica e la giusta intenzione del loro approccio interpretativo; tra l'equilibrio e la trasparenza della concertazione, l'attenzione meticolosa al colore timbrico insieme con la purezza dell'emissione e dell'intonazione, alla dimensione verticale del contrappunto ma anche al flusso orizzontale del più ampio svolgimento melodico, in un'affascinante sintesi fra tradizione e avanguardia, rigore costruttivo e accesa fantasia.
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