Sì del Senato alla separazione delle carriere per i magistrati: cosa prevede

A Palazzo Madama il secondo sì alla revisione costituzionale: previsti due Csm e un'Alta corte disciplinare. Tajani dedica il voto a Berlusconi. Il Pd protesta con la Costituzione rovesciata
July 21, 2025
Sì del Senato alla separazione delle carriere per i magistrati: cosa prevede
La protesta nell'aula di Palazzo Madama dei senatori 5 Stelle
Dopo il voto flash di gennaio alla Camera, prosegue nella bufera il percorso della riforma della giustizia e segna un decisivo passo avanti con il via libera di ieri in Senato al disegno di legge che introduce la separazione delle carriere in magistratura. Un voto che chiude solo il primo doppio passaggio parlamentare (l’iter costituzionale ne prevede un altro), ma è abbastanza per scatenare la polemica politica, mai del tutto sopita attorno a un provvedimento decisamente controverso.
Alla fine, il testo passa con 106 voti a favore, 61 no e 11 astenuti, con il sostegno delle forze di maggioranza e di Azione di Carlo Calenda. Vota contro il resto delle opposizioni, mentre Italia Viva, che non è mai stata contraria in linea di principio, si astiene e Matteo Renzi ingaggia un duello con il presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa.
Il rumore che sale dai banchi del centrosinistra fin dall’inizio della seduta esplode definitivamente al termine della conta. Il Movimento 5 stelle sfoggia la protesta più creativa: cartelli che ritraggono Falcone e Borsellino e la scritta “Non in loro nome” affianco ad altri con la foto di Licio Gelli e Silvio Berlusconi (“Ma nel loro”). Un modo, spiegano, per accusare la maggioranza di aver abusato dell’immagine dei due giudici antimafia per assecondare un progetto caro al “gran maestro” della P2 (ed effettivamente previsto dal suo “Piano di rinascita democratica”) e poi caldeggiato dal Cavaliere. Un argomento utilizzato anche da Giuseppe Conte sui suoi profili social. Il Pd sfodera invece il testo della Costituzione capovolto, a simboleggiare una riforma che, a dire dei dem, sovverte il sistema valoriale della Carta. «Il referendum ci sarà nel 2026, sarà senza quorum e sarà tutto politico – profetizza più tardi Dario Franceschini –. Un referendum a fine legislatura sarà un referendum contro il governo Meloni e state sicuri che non pochi usciranno di casa per votare contro il governo e le vostre tentazioni autoritarie. Meloni - ragiona - è più furba di Salvini, non parla di pieni poteri, ma il suo desiderio vi assomiglia molto». Renzi argomenta la sua posizione spiegando che Italia Viva è «a favore» della separazione in sé, ma non di «una riforma bandierina» che «non risolve nessuno dei problemi di questo Paese» e che è stata «scritta dai magistrati del vostro dicastero e vidimata dal capo dei servizi segreti, Alfredo Mantovano». Un discorso, il suo, più volte interrotto da esponenti della maggioranza, motivo per cui l’ex premier attacca anche La Russa: «Dov’è la sua imparzialità?».
Sul fronte opposto la soddisfazione è totale e comprende anche la premier Giorgia Meloni: «L'approvazione in seconda lettura della riforma della giustizia segna un passo importante verso un impegno preso con gli italiani che stiamo portando avanti con decisione – scrive –. Il percorso non è concluso, ma oggi confermiamo la nostra determinazione nel dare all'Italia un sistema giudiziario sempre più efficiente, equo e trasparente». Comprensibile l’esultanza di Forza Italia, che raggiunge uno dei principali obiettivi politici del partito: «Una grande vittoria – commenta Antonio Tajani –. Di fatto si è concluso oggi, anche se non formalmente, il percorso per la riforma. Era il grande sogno di Berlusconi, oggi si attua». «Ho realizzato una mia aspirazione dal 1995, quando scrissi il mio primo libro, spero che ora il dialogo riprenderà», sono invece le parole del guardasigilli Carlo Nordio. Mentre Matteo Salvini si limita a constatare che la maggioranza «mantiene la parola data».

​Cosa prevede la riforma

1) La riforma, ribadendo che la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere, specifica nella Costituzione che essa “è composta dai magistrati della carriera giudicante e della carriera requirente”.
2) Pur mantenendo fermo il principio secondo cui i magistrati si distinguono tra loro soltanto per la diversità delle funzioni, si aggiungono le “distinte carriere dei magistrati giudicanti e requirenti”, la cui disciplina sarà poi dettagliata con legge ordinaria.
3) Le competenze dell’attuale organo di autogoverno della magistratura, il Consiglio superiore della magistratura, vengono ripartite in tre nuovi organi: due distinti Csm ed un’Alta Corte disciplinare
4) Vengono dunque istituiti il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente, presieduti entrambi dal presidente della Repubblica
5) I componenti dei due Csm vengono sorteggiati: i laici vengono presi da un elenco, per i togati invece si tratta di un sorteggio secco. Restano, in entrambi i Csm, un membro togato di diritto: rispettivamente, il primo presidente della Cassazione (Csm giudicante) e il procuratore generale della Cassazione (Csm requirente). I membri laici (un terzo dei plenum) vengono estratti a sorte da un elenco predisposto dal Parlamento in seduta comune: devono essere professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati con almeno quindici anni di esercizio. I membri togati (i due terzi dei plenum) sono estratti a sorte tra tutti i magistrati. Il vicepresidente di ciascun Csm è eletto fra i componenti laici. I componenti sorteggiati durano in carica quattro anni e non possono partecipare alla procedura di sorteggio successiva.
6) Rispetto all'attuale Csm, i due nuovi Consigli avranno una competenza in meno, quella riguardante i provvedimenti disciplinari
7) Per le "punizioni" viene istituita la nuova Alta Corte disciplinare, che assorbe le funzioni oggi svolte dal Csm e dalla Corte di Cassazione, Sezioni Unite civili.
8) Come è composta l’Alta Corte disciplinare (15 membri): tre laici, nominati dal presidente della Repubblica tra professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati con almeno venti anni di esercizio; tre laici estratti a sorte da un elenco di soggetti in possesso dei medesimi requisiti, individuato dal Parlamento; sei magistrati giudicanti e tre requirenti, estratti a sorte tra gli appartenenti alle rispettive categorie con almeno venti anni di esercizio delle funzioni giudiziarie e che svolgano o abbiano svolto funzioni di legittimità. Il presidente è eletto tra i laici, cioè tra i giudici nominati dal presidente della Repubblica o tra quelli estratti a sorte dall’elenco compilato dal Parlamento in seduta comune. I giudici dell’Alta Corte durano in carica quattro anni, non rinnovabili.
9) Le decisioni dell'Alta Corte possono essere impugnate soltanto dinanzi alla stessa Alta Corte, che giudica senza la partecipazione dei componenti che hanno concorso a pronunciare la decisione impugnata (servirà una legge per definire le modalità).
10) La nomina di consiglieri della Corte di Cassazione per meriti insigni: in deroga alla separazione delle carriere, il Csm giudicante potrà nominare per meriti insigni quali consiglieri di Cassazione anche i magistrati appartenenti alla magistratura requirente con almeno quindici anni di esercizio delle funzioni. I pubblici ministeri, pertanto, potranno diventare giudici per meriti insigni, su designazione del Csm giudicante.

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