La Rete di Trieste compie un anno: ora lavoro comune anche su temi nazionali

Al Senato evento bipartisan a conclusione di cento conferenze stampa. Russo: da Milano un monito, la città non è solo edilizia. Il network promuoverà il confronto sul fine vita e una missione a Ga
July 22, 2025
La Rete di Trieste compie un anno: ora lavoro comune anche su temi nazionali
Avvenire | Russo, Di Donna, La Rocca
A un anno dalla nascita ufficiale, la Rete di Trieste, network di mille amministratori locali di ispirazione cristiana, si presenta al Senato e allarga il proprio raggio d'azione: mentre vanno concludendosi le 100 conferenze stampa nei capoluoghi di provincia sulle politiche territoriali, il coordinamento nazionale ha deciso di portare il contributo della Rete anche su questioni di estrema attualità: il caso Milano, il fine vita, Gaza.
E' Francesco Russo, portavoce della Rete, attualmente vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, ad annunciare questo nuovo passo in avanti del network nato sulla scia della Settimana Sociale di luglio 2024. Da quanto sta accadendo a "Milano la grande", spiega Russo, deve partire una riflessione sulla città, che non può ridursi a essere "corsa sfrenata verso la modernità, solo edilizia e lusso". Le città, continua Russo, devono rispondere alle "aspettative di vita buona" di giovani e famiglie a basso reddito. Insomma, dalla città del cardinale Martini può salire la richiesta di un "supplemento d'anima".
Insomma la Rete, forte del cammino degli ultimi 12 mesi, della crescita delle adesioni trasversali (i mille amministratori coprono il campo del centrosinistra, del centrodestra, del civismo e del centro) e del radicamento delle alleanze tematiche sui territori, prova a dare un contributo per stemperare il "bipolarismo brutale" anche su scala più ampia. Non è un caso che l'evento svoltosi presso la sala del Senato nell'Istituto di Santa Maria in Aquiro sia stato co-promosso da quattro senatori: Enrico Borghi di Italia Viva, Maurizio Gasparri di Forza Italia, Lucio Malan di Fratelli d'Italia, Tatjana Rojc del Partito democratico. A loro si è aggiunta, per i saluti istituzionali, anche Mariolina Castellone, vicepresidente di Palazzo Madama ed esponente di M5s.
Insomma l'idea di creare ponti sui temi pare convincere. E la Rete prova a osare. Anche sul fine vita, dice Russo, c'è il rischio del "muro contro muro", e sebbene l'impresa "non sia facile", il network proverà a favorire "un momento di confronto" tra credenti impegnati nei vari schieramenti, ovviamente nella chiara distinzione dei ruoli tra chi sta promuovendo una rete trasversale e chi invece è chiamato a legiferare nelle sedi proprie. Altro progetto messo in campo dalla Rete di Trieste, una missione bipartisan a Gaza e Kiev.
All'evento al Senato sono intervenute Pina Di Donna, consigliera comunale della rete PER, e dunque espressione del fronte più civico della Rete, e Margherita La Rocca, sindaca e consigliera regionale della Sicilia, con una storia in Forza Italia, a rappresentare chi sta aderendo al network con una sensibilità di centrodestra. Per​ entrambe, l'adesione alla rete muove da due parole: "testimonianza" e "dialogo". Nel loro racconto la difficoltà di sentire talvolta la "solitudine", anche all'interno del proprio campo politico, per quella coerenza che la fede cristiana richiede a prescindere dall'appartenenza partitica. E proprio perché non vi è la prospettiva della nascita di un nuovo soggetto politico, o di soggetti politici con richiami al passato, la Rete viene a svolgere per loro, così come per i mille amministratori che hanno aderito, una opportunità di uscire dagli steccati e ritrovarsi in valori comuni. Una semina che ha consentito, appunto, la nascita di un corposo documento per gli enti locali, presentato in 100 città e pronto a diventare un ordine del giorno nei Consiglio comunali e regionali. E che ora offre la prospettiva di interventi calibrati, non divisivi, anche su questioni di evidente delicatezza. Non solo: è in corso un dialogo con l'Anci, l'Associazione nazionale dei Comuni guidata dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, per arrivare ad una forma di collaborazione proprio per sviluppare il dialogo sui temi concreti.
Collegata a distanza, all'evento del Senato, anche Elena Granata, urbanista al Politecnico di Milano e vicepresidente del Comitato promotore delle Settimane sociali, coinvolta nella Rete di Trieste come presidente del Comitato scientifico, che ribadisce l'importanza delle politiche per la sostenibilità ambientale sviluppate dal basso, dai sindaci, dagli assessori competenti. Presenti in sala diversi esponenti dell'associazionismo cattolico, da cui provengono la gran parte degli amministratori locali aderenti alla Rete: tra loro anche Giuseppe Notarstefano, presidente dell'Azione cattolica italiana, e Argia Albanese, presidente del Movimento politico per l'unità. Ai momenti che hanno favorito la nascita della Rete sono stati presenti, oltre ad Ac e Mpu, anche Acli, Comunità di Sant'Egidio, Agesci, Comunione e liberazione, Rinnovamento nello Spirito, Movimento cristiano lavoratori.

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