Candidati e date è caos Regionali: ecco tutte le incognite
In Veneto la sfida di Zaia; in Puglia Conte avverte il Pd, in Campania De Luca vuole contare ancora. E poi il rebus delle date ora che l'ipotesi election day pare davvero tramontata

Luca Zaia lancia l'allarme. Spiega che il centrodestra in Veneto è in una «stanza buia». Ripete che la trattativa per identificare il candidato alla presidenza della Regione naviga in «acque torbidissime» in cui è anche «difficile capire», almeno «finchè non ci sarà un po' di limpidezza». In una stanza buia non è solo il Veneto. Il buio copre la prossima tornata di elezioni regionali. C'é caos. C'è incertezza. Su tutto. Sui candidati e sulle date. Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle D'Aosta e Veneto andranno al voto il prossimo autunno e le incognite su entrambi i fronti politici sono giganti. L'election day pare eventualità oramai tramontata. E oggi tutti scommettono su sei regioni al voto in date diverse. Un voto indecifrabile. Un voto dove peserà la forza dei governatori uscenti costretti a fare i conti con il no al terzo mandato. Per la prima volta da quando è tramontata la sua ricandidatura Zaia, il governatore del Veneto, è netto nel dipingere una situazione di stallo che crea preoccupazione nella "sua" Liga, che è arrivata a raccogliere le firme nelle sezioni a sostegno di una corsa "solitaria" senza gli alleati o comunque a favore di una "lista Zaia". «Tutti cerchiamo l'interruttore», spiega il doge che non esclude alcuna possibilità: né l'ipotesi di una lista a suo nome, a sostegno di un altro candidato, che varrebbe «40-45 per cento» né quelle di una corsa della Liga contro gli alleati di governo, FdI e FI. Il puzzle non si compone. Nè per il centrodestra e nemmeno per il centrosinistra. In Puglia la strada del campo largo a sostegno di Antonio Decaro non è priva di ostacoli, con Giuseppe Conte che avverte il Pd: serve un cambiamento di linea radicale rispetto alla giunta Emiliano, un «rinnovamento» che vada al di là di un semplice «maquillage». La partita è nazionale, intrecciata allo scioglimento del rebus campano, che vede ancora congelata la candidatura del pentastellato Roberto Fico, e all'ultima scelta in Toscana. Poi come dicevano nel centrodestra il nodo principale è il Veneto, con la Lega che reclama spazio: una volta fatti gli accordi qui, a cascata si chiuderanno anche le intese nelle altre Regioni, avverte. La prima Regione che potrebbe andare al voto sono le Marche: una data possibile è il 21 settembre. L'attuale governatore è Francesco Acquaroli di FdI che è anche il candidato del centrodestra. A sfidarlo, per il centrosinistra c'è Matteo Ricci, eurodeputato del Pd che ha ottenuto anche il supporto del M5S. Più complessa la situazione in Campania dove nel centrosinistra pesa l'incognita del governatore Vincenzo De Luca: non potendosi ricandidare personalmente, ha giurato che farà valere in ogni caso il suo peso. Ed è forse questo che tiene ancora nel congelatore il pentastellato Roberto Fico, in pole per la corsa a governatore. Ancora nebuloso il fronte del centrodestra: circolano diversi nomi (da Edmondo Cirielli di FdI a Giampiero Zinzi della Lega fino al civico Costanzo Jannotti Pecci su cui potrebbero puntare gli azzurri), ma per ora nessuno ha sfondato. Si è parlato anche della possibilità, in caso di un eventuale rimpasto di governo, della candidatura del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, ma lui ha sempre smentito. La Toscana dovrebbe andare invece al voto il 12 ottobre. L'attuale governatore dem Eugenio Giani è in pole per la ricandidatura nel centrosinistra ma il supporto di M5s e Sinistra Italiana non è affatto scontato. Nel centrodestra il nome sarebbe quello del sindaco FdI di Pistoia Alessandro Tomasi, ma anche qui non sono state sciolte le riserve, e circolano nomi anche di esponenti della Lega e di FI. In Puglia, se dovesse rivincere il centrosinistra, il successore di Michele Emiliano potrebbe essere Antonio Decaro, già sindaco di Bari e presidente Anci. Ma resta l'incognita dei 5 stelle che premono per un cambiamento totale di strategia in questa Regione. Decaro? «Ha tutte le carte in regola per assumersi la responsabilità del rinnovamento ma non basta una persona...», sentenzia sibillino Conte. Sullo scacchiere del possibile campo largo giocheranno una partita non indifferente due ex governatori: Michele Emiliano e Nicky Vendola. Negli equilibri interni al centrodestra, invece, la candidatura dovrebbe spettare a Forza Italia, con Mauro D'Attis, Andrea Caroppo, oppure un civico. Ma aleggia anche lo spettro del generale Vannacci (Lega) che negli ultimi giorni è impegnato sul territorio. Il Veneto è il vero nodo per il centrodestra. Con lo stop al terzo mandato è saltata qualsiasi possibilità di ripresentarsi per di Luca Zaia: sul tavolo ci sono tanti desiderata, ma nessuna soluzione. I nomi che circolano sono quelli dei leghisti Alberto Stefani e Mario Conte; per FdI quelli di Luca De Carlo, Raffaele Speranzon e Elena Donazzan; per Forza Italia di Flavio Tosi. Le trattative nella coalizione di governo devono ancora entrare nel vivo, con la Lega determinata a tenere il candidato. Nel centrosinistra, sfumate le candidature civiche, sta facendosi largo il nome di Giovanni Manildo, già sindaco di Treviso (Pd) riformista. Anche il Val D'Aosta non è ancora definita la data delle elezioni, si parla dell'ultimo weekend di settembre con un possibile election day che dovrebbe unire regionali e alcune comunali (tra cui Aosta). Al momento la Regione è governata dalle forze autonomiste insieme al Pd: le prime non hanno ancora sciolto la riserva, mentre dai dem sono arrivati più appelli all'unità per arginare il centrodestra. FdI, FI e Lega, infatti, fanno fronte comune e puntano a governare. Il presidente attuale è Renzo Testolin (Union Valdôtaine): la possibilità di un altro mandato è oggetto di discussione sul territorio in base alle regole dello statuto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA





