

«Da bambino avevo un sogno, fare il pilota d’aereo». Ma il sogno di Youness non è mai decollato: il primo requisito per intraprendere quella carriera è essere cittadino italiano. Le speranze si sono schiantate al suolo quando, alle superiori, Youness ha scoperto quel particolare non da poco. Cambio di programma, imposto dalle circostanze: oggi il nostro pilota mancato – ma programmatore riuscito – ha trent’anni, lavora per un’azienda informatica e la cittadinanza l’ha ottenuta, non certo con facilità.
La sua storia la racconta in Semitaliani. Com’è dura la vita senza cittadinanza, la serie podcast di Popotus scritta, pensata e registrata a misura di bambino. Semitaliani, cioè italiani a metà, ma anche semi italiani che nel nostro Paese germogliano, si sviluppano e danno frutti che fanno bene a tutti. Da oggi è disponibile la prima puntata, a seguire le altre, su Avvenire.it e sulle altre piattaforma di streaming audio. Per molti degli alunni che popolano le nostre classi, la cittadinanza non è solo una questione teorica – da studiare nell’ora di educazione civica – ma una meta prefissa, che non sarà per tutti semplice raggiungere.
E se il problema, fortunati loro, possono ancora aspettare a porselo, non così è per i tanti giovani di origine straniera che si avvicinano ai 18 anni. Come Hope – la cui storia è stata raccontata sulle pagine di Avvenire da Paolo Lambruschi – che senza l’aiuto della sua insegnante di Italiano avrebbe mancato quell’appuntamento cruciale. È dalla sua viva voce che ascoltiamo come è andata la vicenda, delle discriminazioni, dello sconforto, dell’ostinazione della professoressa Rachela che è riuscita a far ottenere a Hope quel che le era dovuto. E poi c’è Abdel, il cui padre ha dovuto scegliere quale figlio far diventare cittadino: questione di reddito, non sufficiente – per lo Stato – a integrarli tutti. La serba Tamara poteva ottenere la cittadinanza sposando il ragazzo italiano di cui si è innamorata ma ha detto no: prima divento cittadina perché me lo merito, poi ti sposo.
E così è stato. Tante storie diverse che, con l’aiuto di Stefano Pasta, ricercatore dell’Università Cattolica ed esperto del tema, aiutano a spiegare ai più piccoli perché la cittadinanza è tanto importante. E perché sarebbe giusto facilitare il percorso verso di essa per chi ha origini straniere ma è nato o vive in Italia da tanto. Dice bene Salma, tredici anni, arrivata dall’Egitto a pochi mesi, che parla italiano, pensa in italiano, sogna in italiano: «Se non sono italiana, allora cosa sono?».