lunedì 19 dicembre 2022
Le parole a Canale 5, dai Mondiali di calcio alle donne e il lavoro, dal cardinale Pell alla tenerezza dei babini
Papa Francesco con il vaticanista di Mediaset, Fabio Marchese Ragona

Papa Francesco con il vaticanista di Mediaset, Fabio Marchese Ragona - Vatican media

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Lunga intervista, domenica sera, di papa Francesco davanti alle telecamere di Canale 5, che ha chiamato il programma "Il Natale che vorrei". Il giornalista che lo ha intervistato è Fabio Marchese Ragona. QUI IL TESTO INTEGRALE

A Natale il Signore via dia la tenerezza di un bambino

"Io a ognuno di voi che ascolta vorrei chiedere che il Signore vi dia la tenerezza di un bambino, che noi non perdiamo la tenerezza umana, di aiutarci e che vi dia la luce della stella". Il Pontefice racconta di quando nella sua famiglia il presepe "si faceva sempre con le statuine di gesso. Semplice. E poi si preparava bene, si metteva anche un po' di erba per i cammelli dei Re Magi. La cosa più bella era dopo la Messa, che in quel tempo si svolgeva a mezzanotte - adesso si fa alle 9 per comodità - era andare a mettere il Bambino perché era nato".

Sui Mondiali: i vincitori siano umili

"Ai vincitori tutti fanno gli auguri. Che lo vivano con umiltà. E a quello che non vince, che lo vivano con gioia perché il valore più grande non è vincere o non vincere, è giocare pulito, giocare bene. Ambedue che abbiano il coraggio di darsi la mano. Quando io vedo la fine di una partita dove non si danno la mano... Noi - sto parlando dell'anno '46 - andavamo allo stadio tutte le domeniche anche con la mamma, papà, tutti insieme. E lì - racconta - la parola più brutta che si sentiva all'arbitro era 'venduto', ma poi finiva la partita e si davano la mano. Quel savoir-faire dello sport, no? Lo sport ti fa più nobile, ti fa nobile anche se fatto con un pallone di stracci. Dobbiamo far crescere lo spirito sportivo e io mi auguro che questo campionato mondiale aiuti a riprendere lo spirito sportivo, che ti fa nobile".

A marzo i 10 anni di pontificato. "I cardinali mi aiutano in cambiamento"

"Quando sono stato eletto ho preso come programma tutte le cose che con i cardinali abbiamo detto nelle riunioni pre-conclave al prossimo Papa che sarebbe stato presente liì ma nessuno sapeva chi fosse. Io ho preso questo come cammino di andare avanti. Ci sono anche cose da fare, ma sta andando avanti". Questa la risposta di papa Francesco alla domanda di commentare i 10 anni di Pontificato che compirà a marzo. "È buono perché i cardinali che erano stati lì mi hanno aiutato tanto a fare questo cambiamento", sottolinea precisando che "una delle cose che più si vede, che non è la più importante ma quella che più si vede, è la pulizia economica, evitare che ci siano cose brutte economicamente. Adesso quell'istituzione è forte". Il cardinale George Pell, ha aggiunto commentando il lavoro iniziato dal segretario alle Finanze del Vaticano, "è un grande uomo e gli dobbiamo tante cose". Il Consiglio dell'Economia "sta andando bene; tutto questo lo ha visto chiaro il cardinale Pell, che è quello che ha incominciato questo. Poi è dovuto rimanere quasi due anni in Australia per questa calunnia che gli hanno fatto - che poi era innocente, ma gliel'hanno fatta brutta poveretto - e si è allontanato da questa amministrazione, ma è stato Pell a fare lo schema di come si poteva andare avanti".

La terza guerra mondiale a pezzi: "Piangiamo un po'"

"Da tempo io ho parlato, stiamo vivendo la terza guerra mondiale a pezzetti", ha ribadito il Papa nell'intervista a Fabio Marchese Ragona. "Quella dell'Ucraina ci sveglia un po' perché è vicina, ma la Siria da 13 anni che è in guerra terribile. Lo Yemen quanto? Myanmar, dappertutto in Africa. Il mondo è in guerra. Fa soffrire tanto, fa soffrire tanto. Poi, anche la fame, il freddo, ha tante cose che ti porta una guerra, distruzioni. Il commercio delle armi. L'industria delle armi, un'industria che invece di far progredire l'umanità fa delle cose per distruggere. Siamo pazzi. Io dirò alla gente, per favore, non abbiamo paura, ma piangiamo un po'. Ci manca piangere oggi su queste crudeltà". Bergoglio ha ricordato: "Io ho ricevuto tanti bambini dall'Ucraina qui che li portano all'udienza. Nessuno sorride, nessuno, ti salutano ma nessuno può sorridere, chissà cosa ha visto quel bambino… ". Il Papa ha nuovamente denunciato "la pazzia della guerra e sempre accade così, riguardo alle altre parti, è così, è così. La guerra è incominciata con Caino. Lo spirito cainista. Chi uccide per gelosia, uccide per un interesse, sai? È brutto. Adesso le conseguenze sociali, le conseguenze in tutta Europa''.

Bergoglio non ha mancato di riflettere sulle conseguenze della guerra: "Questi sono gli effetti della guerra, i prezzi volano, si perde l'oggettività. Non si può manovrare perché tutto è connesso. Tutto è connesso. Ci sono dei Paesi, penso allo Yemen, dove c'è la possibilità di morire di fame, i bambini. E questa (indicando la bolletta, ndr) è l'inflazione tipica della guerra. Questo è il gas, poi c'è la luce. Ricordo una volta una signora che aveva fatto la Seconda Guerra (Mondiale, ndr), io la conobbi a Buenos Aires, aveva due figli e il marito morto al fronte, e quando raccontava, quella frase mi è rimasta nel cuore: 'avevamo fatto la fame, avevamo fatto la fame'. Né tu né io sappiamo cosa fosse, cosa sia, fare la fame. Lo sapremo, forse? C'è tanta gente che già incomincia a saperlo (indicando la bolletta, ndr)".

«Impressi nel cuore, i bambini malati»

Qual è stata l’immagine che le è rimasta più impressa - chiede l'intervistatore -, negli incontri che ha avuto da pontefice, l’immagine che le è rimasta impressa nel cuore? "I bambini malati": è l'immagine che a papa Francesco è rimasta più impressa nei suoi incontri da Pontefice. "Quando vedo un bambino in sedia a rotelle, quando vedo un bambino che è ammalato, quando me lo portano perché' morira', questo mi tocca", sottolinea durante l'intervista esclusiva a Canale 5 "Il Natale che vorrei".

"Quella domanda di Dostoevskij 'perché soffrono i bambini?' è un mistero. Ma questo mistero ti avvicina a Dio - continua Francesco -. Una delle gioie più belle è accarezzare i bambini, a me piace tanto. E accarezzare i vecchi. È curioso. I vecchi sono un messaggio, gli anziani. Accarezzare i vecchi e accarezzare i bambini. La tenerezza dei vecchi e la tenerezza dei bambini".

«Ho 86 anni, mi sento felice»

"Una domanda un po’ personale. Siamo nei giorni del suo 86esimo compleanno. C’è qualcuno che dice che l’importante è sentirsi giovane nel cuore, lei si sente giovane?", gli chiede ancora Fabio Marchese Ragona. "Posso dirti che mi sento felice. Il Signore mi accompagna, mi sento pastore, sto facendo la mia vocazione, sono un peccatore. Domani viene il confessore, ogni 15 giorni viene il francescano santo che mi perdona i peccati, ma sono contento perché vedo che il Signore mi aiuta ad andare avanti".

Le donne, i figli e il lavoro

Sollecitato sul tema delle nascite, il Papa parla dell'inverno demografico in Italia. "C’è la cultura della procreazione, della cultura per cui no, i figli è meglio di no. Meglio fare un viaggio, comprare la villa. Io conosco gente che la pensa così. Mi diceva uno dei miei segretari che incrociava la piazza, alcune settimane fa, e una signora era con un carrello e lui le si avvicinò per vedere il bambino. C’era un cagnolino. Alcuni Paesi, come la Francia, hanno fatto misure pro-famiglia molto buone e per questo il livello delle nascite in Francia è salito abbastanza. Ma in Italia ci vuole in questo momento aiutare le famiglie a nascere. Tante donne hanno paura di restare incinte perché appena il capo della ditta dove lavorano vede che le ingrossa la pancia la manda via. E tante donne non trovano lavoro perché i datori di lavoro hanno paura che rimanga incinta. Un figlio è una minaccia in questo momento. Ma dove siamo? Dovrebbe essere una benedizione. Per questo credo che dobbiamo riprendere. Io dico, italiani per favore fate figli. La patria ha bisogno dei figli, per favore. Meno egoismo.

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