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Papa Leone XIV durante la Messa conclusiva per il Giubileo delle famiglie in piazza San Pietro - Vatican Media
«Papa Leone, papa Leone». Il grido che accompagna la papamobile in piazza San Pietro è soprattutto quello dei ragazzi. Lo ripetono senza sosta i più piccoli mentre Leone XIV taglia domenica mattina la folla di pellegrini arrivati da tutto il mondo per il Giubileo delle famiglie e dei bambini, dei nonni e degli anziani. Oltre 70mila quelli che dal colonnato di Bernini si allungano fino a via della Conciliazione e che sfidano il sole a picco e la calura del giugno romano con il termometro che supera i trenta gradi. Il nuovo Pontefice li saluta dall’auto bianca scoperta che per quindici minuti solca la piazza prima della Messa conclusiva dell’appuntamento giubilare, facendo fermare più volte la vettura per benedire e baciare i neonati che i genitori avvicinano al Papa. Un Giubileo che «ci riempie di gioia», dice nell’omelia.
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Papa Leone XIV durante il Giubileo delle famiglie in piazza San Pietro - Ansa
Eppure il pensiero di Leone XIV va anche alle famiglie in «difficoltà: penso specialmente a quelle che soffrono a causa della guerra in Medio Oriente, in Ucraina e in altre parti del mondo. La Madre di Dio ci aiuti a camminare insieme sulla via della pace», spiega nella riflessione che precede il Regina Coeli. Durante la Messa il Papa denuncia un modo distorto di intendere la libertà. «Ad esempio, ogni volta che s’invoca la libertà non per donare la vita, bensì per toglierla, non per soccorrere, ma per offendere». Esempi di un «male che contrappone e uccide», aggiunge. Parole dietro cui si scorge la condanna sia dell’aborto, sia del suicidio assistito, sia di ogni forma di violenza domestica, come i femminicidi, ma anche di certe scelte politiche contro la vita dei più fragili.
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Papa Leone XIV durante il Giubileo delle famiglie in piazza San Pietro - Vatican Media
Il Papa parla agli sposti. «Il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna: amore totale, fedele, fecondo», afferma citando l’enciclica Humanae vitae di Paolo VI, Pontefice che Leone ha richiamato più volte in queste prime settimane di pontificato. E aggiunge: «La Chiesa ci dice che il mondo di oggi ha bisogno dell’alleanza coniugale per conoscere e accogliere l’amore di Dio e superare, con la sua forza che unifica e riconcilia, le forze che disgregano le relazioni e le società». Lo mostrano i coniugi proclamati beati e santi «non separatamente, ma insieme, in quanto coppie di sposi». Il Papa cita Louis e Zélie Martin, i genitori di santa Teresa di Gesù Bambino; Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi; e la famiglia polacca Ulma: «genitori e bambini uniti nell’amore e nel martirio».
Al popolo della famiglia il Papa affida più compiti durante l’omelia. Il primo: costruire il domani del mondo. «Non dimentichiamo: dalle famiglie viene generato il futuro dei popoli», afferma ricordandolo alla politica e alla società. Il secondo: essere esempio di fraternità. «Se ci amiamo sul fondamento di Cristo, che è “l’alfa e l’omega”, “il principio e la fine”, saremo segno di pace per tutti, nella società e nel mondo». Il terzo: annunciare il Vangelo. «In famiglia la fede si trasmette insieme alla vita, di generazione in generazione: viene condivisa come il cibo della tavola e gli affetti del cuore. Ciò la rende un luogo privilegiato in cui incontrare Gesù, che ci vuole bene e vuole il nostro bene, sempre».
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Papa Leone XIV durante il Giubileo delle famiglie in piazza San Pietro - Ansa
Infine, gli impegni che il Papa lascia a chi è arrivato per il Giubileo. Ai genitori suggerisce di essere per i figli «esempi di coerenza, comportandovi come volete che loro si comportino, educandoli alla libertà mediante l’obbedienza, cercando sempre in essi il bene e i mezzi per accrescerlo»; ai figli raccomanda di essere «grati ai vostri genitori: dire “grazie” per il dono della vita e per tutto ciò che con esso ci viene donato ogni giorno»; ai «cari nonni e anziani» dice di «vegliare con saggezza e compassione, con l’umiltà e la pazienza che gli anni insegnano» e di essere «modello genuino di fede e ispirazione per le giovani generazioni». Poi a tutti chiede di essere testimoni di unità. «È questo che vogliamo annunciare al mondo: siamo qui per essere “uno” come il Signore ci vuole “uno”, nelle nostre famiglie e là dove viviamo, lavoriamo e studiamo: diversi, eppure uno, tanti, eppure uno, sempre, in ogni circostanza e in ogni età della vita».
Al termine della celebrazione il Papa torna nella “casa” dove era stato nei dodici anni da priore generale degli agostiniani e che aveva continuano a frequentare da cardinale: la curia generalizia dell’ordine a cui Leone appartiene. Poche decine di metri dalle mura leonine e appena dietro il colonnato di Bernini. Visita a sorpresa per il compleanno del suo successore alla guida degli agostiniani, padre Alejandro Moral Antón. Un amico del Papa che compie 70 anni. Leone XIV pranza con la sua famiglia religiosa. «E ci ha detto che ha molta attività, tanti appuntamenti. Per questo ripete: “Sto ancora imparando come posso organizzare le cose, perché non è facile”», racconta padre Moral dopo l’incontro. Sulla tavola l’antipasto, la pasta, il salmone. «E abbiamo fatto anche una torta», riferisce il priore generale.