martedì 20 giugno 2017
Prima tappa del pellegrinaggio di Francesco a Bozzolo e Barbiana: don Primo ha cercato di cambiare la Chiesa e il mondo attraverso l'amore. L'annuncio: in settembre al via processo di beatificazione
Il Papa: don Mazzolari profeta inascoltato. Al via processo di beatificazione
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La luce, se è forte, può dare fastidio. Abbaglia. Eppure permette di vedere ciò che altrimenti resterebbe in ombra. Così stamattina papa Francesco ha ricordato don Primo Mazzolari a Bozzolo, prima tappa del viaggio in cui rende omaggio a due grandi parroci della Chiesa italiana del Novecento, Mazzolari e Milani. Il ricordo, al di là delle parole, è stato reso forte e visibile con i lunghi minuti di preghiera intensa e silenziosa davanti prima all’immagine della Vergine e poi alla tomba di don Primo. Sono qui, ha detto nella chiesa parrocchiale di Bozzolo, «pellegrino sulle orme di due parroci che hanno lasciato una traccia luminosa». Un omaggio che, tramite Mazzolari e Milani, è a tutti i parroci, «la forza della Chiesa in Italia».


Fiume, cascina e pianura, i tre scenari della vita di don Primo, sono anche tre grandi simboli: il fiume, «la potenza della grazia di Dio che scorre incessantemente verso il mondo». La cascina, «famiglia di famiglie». E la grande pianura, «senza rassicuranti confini». Mazzolari profeta: «La sua profezia – ha ricordato Francesco – si realizzava nell’amare il proprio tempo, nel legarsi alle persone che incontrava, nel cogliere ogni possibilità di annunciare la misericordia di Dio». Mai prigioniero dei rimpianti, del devozionismo che estranea dal mondo; e sempre obbediente, «in piedi, da adulto, e contemporaneamente in ginocchio, baciando la mano del suo vescovo, che non smetteva di amare».

La lezione di Mazzolari è racchiusa nell’invito finale che Francesco rivolge ai preti radunati nella chiesa parrocchiale: «Vi incoraggio, fratelli sacerdoti, ad ascoltare il mondo, senza temere di attraversare deserti e zone d’ombra. Così possiamo diventare Chiesa povera per e con i poveri, la Chiesa di Gesù».

Ad accogliere il Papa, stamattina a Bozzolo, tutto il paese nella piazzetta di fronte alla chiesa: Francesco, sorridente e disteso, si è fermato a lungo con i ragazzi del Grest, stringendo mani e distribuendo saluti senza fretta. All’interno della chiesa, parroco e viceparroco: don Gianni Maccalli e don Gabriele Barbieri; don Bruno Bignami, presidente della Fondazione Mazzolari, e il presidente del comitato scientifico Giorgio Vecchio; il sindaco Giuseppe Torchio; il vescovo emerito di Cremona, Dante Lafranconi; e il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, che gli ha rivolto il saluto ufficiale: «Oggi sentiamo qui, intorno a lei, lo stesso profumo di Vangelo e di vera umanità. Che continua a consolare i semplici e infastidire quelli che si credono potenti» e ha annunciato che il 18 settembre si aprirà ufficialmente il processo diocesano per la beatificazione del servo di Dio don Primo Mazzolari.

Al termine, il Papa ha visitato lo studio di Mazzolari, nella casa parrocchiale. Alla fine papa Francesco ha recitato una preghiera di don Primo:

Sei venuto per tutti:
per coloro che credono
e per coloro che dicono di non credere.
Gli uni e gli altri,
a volte questi più di quelli,
lavorano, soffrono, sperano
perché il mondo vada un po' meglio.
O Cristo, sei nato "fuori della casa"
e sei morto "fuori della città",
per essere in modo ancor più visibile
il crocevia e il punto d'incontro.
Nessuno è fuori della salvezza, o Signore,
perché nessuno è fuori del tuo amore,
che non si sgomenta né si raccorcia
per le nostre opposizioni o i nostri rifiuti.

LA PREGHIERA INTEGRALE DI DON MAZZOLARI

Giunto in elicottero alle 9, dopo un’ora e mezza Francesco è ripartito alla volta di Barbiana.

IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO ALLA TOMBA DI DON PRIMO MAZZOLARI


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