mercoledì 30 aprile 2025
È vero, la “A” di Francesco sembra galleggiare in maniera millimetricamente scomposta tra la “R” che precede e la “N” subito dopo. Ma c'è un motivo, che vi spieghiamo
L'evidenziazione dello spazio tra le lettere sulla lapide di Francesco, in Santa Maria Maggiore

L'evidenziazione dello spazio tra le lettere sulla lapide di Francesco, in Santa Maria Maggiore - Ansa

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La scritta sulla lapide di Papa Francesco ha fatto sussultare i nerd della tipografia, i grafici ossessionati dal kerning, chiunque non trovi altro di meglio da fare che evidenziare l’imprecisione dei marmisti nell’incisione in latino del suo nome. Il kerning infatti è il termine tecnico che indica la regolazione precisa della spaziatura tra le lettere all’interno di una parola. Chissà se cotanto errore (orrore per i leoni da tastiera) si deve all’umanissima emozione di chi ha scalpellato, al plotter robotico alle prese con la sua prima lapide papale o a una semplice distrazione - anche questa tutta umana - nell’impostazione dei parametri del tracking (spaziatura uniforme tra le lettere di una parola).

Effettivamente la “A” di Francesco sembra galleggiare in maniera millimetricamente scomposta tra la “R” che precede e la “N” subito dopo. Io ho più familiarità con i colleghi grafici che con i destini post-mortem di un uomo che è stato Papa. Però la mia simpatia si rivolge più naturalmente a queste prime ore del secondo, che alle ire dei primi. Per questo azzardo la mia personalissima lettura della scritta sulla lapide, immaginando un Francesco sornione al cospetto del Padre, per l’ultimo dei suoi dispetti al perfezionismo di una mondanità terrena che ha cercato di contrastare fino all’ultimo, anche all’interno del suo ambiente. Proviamo quindi a leggere meglio quella scritta.

L’errore di spaziatura non è caduto su nessun’altra lettera, perché tutto ciò che ha detto, fatto, scritto, proposto e combattuto ha a che fare con l’amore. Quello con la “A” maiuscola. Forse è per questo che ha voluto lasciarci l’ennesima “imperfezione” del suo papato, come le scarpe, l’affezione per gli ultimi, l’insofferenza per i protocolli e quella straordinaria umanità che quell’abito non è riuscito a spogliare. Questa vicenda ha a che fare con l’Amore, quello per l’uguaglianza, non quello per la grafica. Fatevene una ragione, se proprio volete fare i geek, prendetelo come un easter egg dello Spirito Santo. Uno di quei finti bug che vi piace nascondere nella programmazione dei siti internet, perché io vorrei che quella lapide restasse così com’è. A ricordarci che solo l’Amore può dare un senso al nostro stare nel mondo. L’odio, anche quello sulla tastiera nei confronti dei marmisti vaticani, non ci rende migliori di chicchessia. Anzi.

Scrittore pubblicitario

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