
La pagina di Vangelo aperta dal vento il giorno dei funerali di Francesco - Stefano Dal Pozzolo
La morte è una soglia. Sempre veloce ed improvvisa. Così è parsa quella di papa Francesco. È rimasto un senso di smarrimento davanti ai processi di cambiamento avviati che, nella logica umana, sarebbero stati da portare a termine. O forse a perfezione. Ma per chi? Le pagine dell’Evangeliario hanno continuato a girare durante il funerale, accarezzate da un vento leggero. Ad un certo punto una pagina è stata più visibile: il capitolo 19 del Vangelo di Giovanni, sulla morte di Gesù. È ricordata in particolare la presenza delle donne, che scelgono di restare fino alla fine, fino alla soglia della morte. È il passaggio in cui Gesù dona tutto, anche lo spirito, che crea comunione – rese lo spirito, si legge – e si congeda con le braccia allargate, dopo essersi preso cura fino in fondo della madre e del discepolo.
“Tutto è compiuto” perché li ha affidati reciprocamente in uno degli ultimi gesti d’amore. Come papa Francesco che ha voluto abbracciare tutti a san Pietro il mattino di Pasqua. L’espressione nel Vangelo indica che gli effetti perdurano, perché quando scelte e gesti sono impregnati d’amore non possono non avere conseguenze a lungo termine. Compiere è portare a perfezione, nella logica di Dio. Papa Francesco ha accompagnato la Chiesa sulla soglia di un cambiamento importante, già avviato, e silenziosamente si è congedato. Come Gesù in quella pagina di Vangelo, Bergoglio ha reso lo spirito quando la sua missione era giunta al punto più alto. Ha passato il testimone ricordando che la missione viene consegnata e tutti possono accoglierla, ciascuno a modo suo. Insieme.