lunedì 8 agosto 2022
Francesco: "Questo passo dimostra che è possibile dialogare e raggiungere risultati concreti, che giovano a tutti"
Il Papa: le navi di grano partite dall'Ucraina fanno sperare nella pace

Reuters

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Papa Francesco saluta la partenza delle prime "navi del grano" dai porti dell'Ucraina come un "segno di speranza" che tracci la linea verso la fine del conflitto e "una pace giusta e duratura". Lo ha detto ieri all'Angelus, ribadendo con forza il suo appello al dialogo.

"Desidero salutare con soddisfazione la partenza dai porti dell'Ucraina delle prime navi cariche di cereali", ha detto Francesco rivolto ai fedeli che sfidano il caldo in un'assolata Piazza San Pietro. "Questo passo dimostra che è possibile dialogare e raggiungere risultati concreti, che giovano a tutti". Pertanto, aggiunge il Pontefice. "tale avvenimento si presenta anche come un segno di speranza", e "auspico di cuore che, seguendo questa strada, si possa mettere fine ai combattimenti e arrivare a una pace giusta e duratura".

Sconfiggere le paure ed evitare una vita passiva

Rassicurare "da ogni paura" e invitare "alla vigilanza". Sono le due esortazioni che papa Francesco ha desunto dal Vangelo domenicale all'Angelus. Quelle di Gesù - "non temere, piccolo gregge" e "siate pronti" sono "due parole-chiave per sconfiggere le paure che a volte ci paralizzano e per superare la tentazione di una vita passiva, addormentata".

"Non bisogna affannarsi e agitarsi: la nostra storia è saldamente nelle mani di Dio - ha spiegato Francesco -. Ci rincuora questo invito di Gesù a non temere. A volte, infatti, ci sentiamo imprigionati in un sentimento di sfiducia e di angoscia: è la paura di non farcela, di non essere riconosciuti e amati, la paura di non riuscire a realizzare i nostri progetti, di non essere mai felici, e così via. E allora ci affanniamo per cercare soluzioni, per trovare qualche spazio in cui emergere, per accumulare beni e ricchezze, per ottenere sicurezze; e come finiamo? Finiamo per vivere nell'ansia, finiamo per vivere nella preoccupazione costante".

"Non temere: ecco la certezza a cui attaccare il cuore! - ha proseguito - Ma sapere che il Signore veglia con amore su di noinon ci autorizza a dormire, a lasciarci andare alla pigrizia! Al contrario, dobbiamo essere svegli, vigilanti. Amare infatti significa essere attenti all'altro, accorgersi delle sue necessità, essere disponibili ad ascoltare e accogliere, essere pronti". Ed è così che "siate pronti" è il secondo invito di oggi.

"È saggezza cristiana", l'ha definita il Papa. "Bisogna restare svegli, non addormentarsi, cioè non essere distratti,non cedere alla pigrizia interiore, perché, anche nelle situazioni in cui non ce l'aspettiamo, il Signore viene - ha ribadito -. E alla fine della nostra vita ci chiederà conto dei beni che ci ha affidato; per questo, vigilare significa anche essere responsabili, cioè custodire e amministrare quei beni con fedeltà. Tanto abbiamo ricevuto: la vita, la fede, la famiglia, le relazioni, il lavoro, ma anche i luoghi in cui viviamo, la nostra città, il creato, tante cose abbiamo ricevuto".

"Proviamo a chiederci: abbiamo cura di questo patrimonio che il Signore ci ha lasciato? Ne custodiamo la bellezza oppure usiamo le cose solo per noi e per le nostre convenienze del momento? Pensiamo un po' a questo:siamo custodi del creato che ci è stato dato?" ha concluso Francesco.

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