martedì 29 aprile 2025
La prima delle 18 celebrazioni fu per gli 813 martiridi Otranto 2 mesi dopo l’elezione. Ma l’elenco degli altri 129 comprende religiosi, giovani, suore e sacerdoti. Un record
Il Papa in piazza San Pietro per una delle sue numerose canonizzazioni

Il Papa in piazza San Pietro per una delle sue numerose canonizzazioni - Vatican Media

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Novecentoquarantadue santi presi singolarmente, compresi ventitré canonizzati per equipollenza, e diciotto cerimonie di canonizzazione: è questo il bilancio numerico delle proclamazioni di nuovi santi avvenute a opera di papa Francesco. Nelle omelie per quelle celebrazioni raramente si soffermava sulla storia o sulle virtù dei personaggi in questione, preferendo far risuonare la Parola appena proclamata e lasciando ai fedeli la libera associazione con le figure appena elevate agli altari. Già nella sua prima cerimonia del genere ha superato di colpo i suoi predecessori. A due mesi dall’elezione, il 12 maggio 2013, ha infatti canonizzato Antonio Primaldo e compagni, gli 813 martiri di Otranto, ai quali si aggiungevano, nella stessa celebrazione, madre Laura di Santa Caterina da Siena e madre María Guadalupe García Zavala.

Nelle canonizzazioni di questo pontificato non ci sono stati solo santi per i quali è stato riconosciuto un miracolo (nel caso dei beati non martiri, il secondo necessario), ma anche altri per i quali è stata concessa la dispensa da esso e che sono stati canonizzati attraverso apposite celebrazioni. È avvenuto così per papa Giovanni XXIII, fra Junipero Serra, i trenta martiri del Brasile (padre André de Soveral, don Ambrosio Francisco Ferro, il laico Mateus Moreira e i loro ventisette compagni), i tre protomartiri del Messico Cristóbal, Antonio e Juan, monsignor Giovanni Battista Scalabrini e gli undici martiri di Damasco. Quanto alle canonizzazioni equipollenti, avvenute quindi senza rito liturgico, hanno riguardato personaggi dei quali è stato confermato il culto perdurante da secoli. Questo è stato il caso di Angela da Foligno, Pierre Favre, François de Montmorency-Laval, José de Anchieta, Maria dell’Incarnazione Guyart Martin, Bartolomeo dei Martiri, Margherita da Città di Castello e delle sedici Carmelitane Scalze di Compiègne.

È poi successo che nel suo pontificato si siano concluse le cause di madre Teresa di Calcutta e di papa Giovanni Paolo II: iniziate con deroga ai cinque anni previsti per l’avvio delle rispettive inchieste diocesane, hanno visto la canonizzazione proprio a opera sua. Ha poi celebrato le canonizzazioni di cinque candidati che erano stati beatificati nell’arco del suo tempo di governo: don José Gabriel del Rosario Brochero, monsignor Óscar Arnulfo Romero y Galdámez, papa Paolo VI, madre Maria di Gesù Santocanale e Maria Antonia di San Giuseppe de Paz y Figueroa, ovvero Mama Antula. Tutti i santi in questione corrispondono all’intento evangelizzatore che, secondo lui, deve avere la Chiesa. Abbiamo santi missionari come don Brochero, capaci di percorrere chilometri per strappare anime al diavolo, donne che hanno aperto vie nuove per portare il Vangelo a chi non lo conosceva come madre Laura, sentendosi chiamate a continuare una missione interrotta per ragioni politiche, come Mama Antula, o che, come Marguerite Bays, hanno visto nei loro familiari il prossimo più immediato.

Ci sono poi sacerdoti il cui zelo si è espresso in fondazioni di nuove famiglie religiose: vale per don Vincenzo Grossi e le Figlie dell’Oratorio, o per don Giuseppe Allamano e i Padri, Fratelli e Suore della Consolata. Anche esempi di santità adolescente e giovanile sono presenti in questa lista, ovvero José Sanchez del Río e Nunzio Sulprizio: entrambi provati dalla vita, ma coraggiosi nel testimoniare l’amicizia con Gesù. Tra questi santi rientrano anche vescovi che miravano alla santità del loro popolo, come fece monsignor Manuel González García, e che hanno cercato di essere modelli per il clero, tratto evidente nell’operato del domenicano Bartolomeo dei Martiri. Vescovi come Romero e Scalabrini hanno poi gridato senza sosta per rendere note le sofferenze dei più deboli, a volte pagando di persona. Nel magistero dei tre Papi da lui canonizzati ha visto uno sprone a condurre la Chiesa secondo la via tracciata da loro stessi e nel solco del Concilio Vaticano II, ma dando il proprio tocco personale. Gli si deve, infine, la canonizzazione di santi legati da rapporti di parentela: i due fratelli Francisco e Jacinta Marto, veggenti di Fatima, gli sposi Louis Martin e Zélie Guérin e quanti, tra i santi martiri del Brasile, sono identificati in base al proprio marito o padre, sottolineando, forse involontariamente, il martirio di intere famiglie.

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